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Fimmg: non vogliamo andare negli ospedali

Medicina Generale Redazione DottNet | 08/01/2020 19:35

Un documento dell'Esecutivo Fimmg continuità assistenziale spiega i motivi del no agli Mmg negli ospedali

La sequela di aggressioni a danno del personale sanitario, che ci vede spesso tristemente coinvolti, richiede da parte del Governo e del Parlamento un intervento che sia di attenzione agli operatori e di soluzione per la riduzione della numerosità e gravità degli episodi.

Ciò può e deve realizzarsi attraverso la salda tutela legislativa del riconoscimento dello status di Pubblico Ufficiale, come proposto in sede Parlamentare dallo stesso Ministro Speranza, nel Disegno di Legge a prima firma On. Rostan, che ormai rappresenta una integrazione indispensabile a quanto già approvato al Senato,  come bandiera per il personale sanitario che si vedrà così riconosciuto dallo Stato nella propria funzione costituzionale, ovvero quella della tutela della salute di cui all’Art. 32.

Solo partendo da questa base, avendo garantito la motivazione degli Operatori con migliori effetti in termini di sicurezza, si potranno affrontare gli altri aspetti, a partire sicuramente da quello organizzativo. Tali azioni però non possono essere semplificate recuperando vecchie soluzioni di spostamento delle sedi di CA con la conseguente confusione dei setting assistenziali che riguarderebbe non solo i professionisti ma anche i cittadini che vi si rivolgono, probabilmente aumentando la conflittualità.

Pertanto proporre come soluzione per i Medici di Continuità Assistenziale il trasferimento all’interno degli ospedali, senza considerare i processi di riorganizzazione delle reti ospedaliere che stanno di fatto allontanando gli ospedali dalle esigenze di una popolazione sempre più anziana e più fragile, invece di migliorare le condizioni di sicurezza, sia per caratteristiche delle sedi sia per l’evoluzione professionale fiduciaria verso un ruolo unico di medici di cure primarie, ci fa arretrare di decenni e contraddice il modello di assistenza sostenuto anche da FIMMG Continuità Assistenziale durante il Tour  #Adessobasta, caratterizzato dai principi fondanti un vero modello di assistenza territoriale ovvero fiduciarietà, prossimità e domiciliarità.

Inoltre, considerare sicuri gli ospedali rispetto alle casistiche descritte negli ultimi giorni e all’aumento dei tassi di aggressioni registrate nei PS e nei reparti, sembrerebbe farci cadere dalla padella nella brace.

A chi propone di spostare le nostre sedi nelle caserme sottolineiamo che ciò rappresenterebbe la militarizzazione dell’assistenza sanitaria e sul piano deontologico qualcuno potrebbe dover valutare quanto tale scelta influenzi l’accessibilità alle cure da parte di soggetti intimoriti da tale contiguità, in contrasto anche in questo caso con i principi costituzionali dell’Art. 32 che specificano la tutela della salute “come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, concetto che lo stesso Presidente Anelli e  comunque da sempre la FNOMCeO, hanno sostenuto quale principio fondante e non condizionabile per l’accesso alle cure mediche da parte di ogni individuo.

Appare evidente a questo punto che non siamo disponibili a soluzioni improvvisate che non tengano conto di una discussione sul tema capace di partire dai dati, dai progetti, dallo sviluppo futuro di un sistema territoriale che veda la Continuità Assistenziale come completamento assistenziale del territorio in un tutt’uno con la medicina di famiglia nel Ruolo Unico e non certo come ancella di un sistema ospedaliero in cui non ci riconosciamo e che utilizzerebbe le risorse umane già scarse del territorio per propri legittimi obiettivi di assistenza ma non certo per quelli per cui tale servizio è stato istituito, con disagio per i medici e inappropriatezza per i cittadini.

Esecutivo Nazionale FIMMG Continuità Assistenziale

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