Con la sentenza della Corte Costituzionale che ha in parte bocciato la legge 40 sulla procreazione assistita - sentenza pubblicata sulla gazzetta ufficiale del 13 maggio - si fissano due importanti principi: l'autonomia del medico nello stabilire di volta in volta il numero necessario di embrioni da impiantare (non più limitato a tre) ed il ricorso al congelamento di quegli embrioni ''prodotti ma non impiantati per scelta medica'' (precedentemente, la legge consentiva la crioconservazione solo in caso di non prevedibile malattia acuta della donna).
Tali modifiche alla legge entrano dunque in vigore da giovedì 14 maggio, giorno successivo alla data di pubblicazione in gazzetta. Secondo la Corte, dunque, resta ''salvo il principio secondo cui le tecniche di produzione non devono creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario'', tuttavia a stabilire tale numero saranno ''accertamenti demandati, nella fattispecie concreta, al medico'', con l'esclusione della previsione dell' ''obbligo di un unico e contemporaneo impianto e del numero massimo di embrioni da impiantare''. La ''logica conseguenza'' della bocciatura del limite di tre embrioni (art.14 comma 2) è - aggiunge la Consulta - una ''deroga al principio generale di divieto di crioconservazione''; deroga che ''determina la necessità del ricorso alla tecnica di congelamento con riguardo agli embrioni prodotti ma non impiantati''. Ecco i principali punti della legge:
- LA LEGGE 40: è stata varata nel 2004 e nel 2005 fu oggetto di un referendum che vide la vittoria del fronte astensionista e consentì alla nuova disciplina di essere applicata, pur fra contestazioni giudiziarie e amministrative.
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