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Coronavirus, per Mmg nuova scheda valutazione e regole

Medicina Generale Redazione DottNet | 24/02/2020 20:58

Fimmg e Simg chiedono nuove norme per i certificati. Ambulatori in Lombardia: accesso solo previa telefonata. E i medici finiscono in quarantena

A seguito della recrudescenza dei casi di nuovo coronavirus “Covid-19” registrati in queste ore in cinque diverse regioni settentrionali FIMMG e SIMG hanno attivato una task force di esperti, al lavoro senza soluzione di continuità, per gestire al meglio tutti gli aspetti che, in ordine a questa emergenza, investono la medicina generale.

«Il gruppo di lavoro - spiega il presidente SIMG Claudio Cricelli (nella foto) - ha già provveduto ad aggiornare la scheda di valutazione fornita a tutti i colleghi della medicina generale (clicca qui per scaricare il documento completoper la valutazione del rischio da Covid-19. Si lavora senza sosta per monitorare l’evoluzione della situazione e rispondere in modo efficace al fine di garantire la migliore azione possibile in favore dei pazienti e la massima sicurezza per i medici che sono sul territorio». Altro fronte molto importante sul quale FIMMG si sta muovendo è legato agli adempimenti organizzativi, non certo secondari in considerazione dell’attuazione delle zone di esclusione e delle necessarie misure di quarantena per i pazienti in età lavorativa venuti in contatto con il virus.

«Abbiamo già inviato una lettera all’INPS e ai ministeri competenti per chiedere chiarimenti sulle modalità di redazione dei certificati di malattia, per i quali le norme vigenti rendono necessaria sia una visita medica da parte del medico di famiglia o di Continuità Assistenziale, sia una successiva rivalutazione di un medico fiscale. Aspetti sui quali è cruciale avere risposte chiare nell’ottica della riduzione del rischio di esposizione degli operatori sanitari».

FIMMG ha inoltre attivato un monitoraggio delle Sedi di Continuità Assistenziale e delle procedure attuate nelle diverse Aziende sanitarie nelle quali esistono attività ambulatoriali a libero accesso per i cittadini per i quali non sono neanche state messe in atto procedure volte contenere almeno i casi a più alto rischio.

“Stiamo valutando l’invio di una diffida ai direttori generali delle Aziende sanitarie che, in troppi casi, non hanno fornito i necessari dispositivi di protezione individuale ai Medici di Continuità Assistenziale, i quali con grande professionalità hanno continuato a visitare i pazienti che arrivano nelle Sedi senza un filtro telefonico preventivo ed in assenza dei dispositivi previsti Decreto Legislativo n. 81/2008 Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. «La nostra azione - conclude Scotti - è estesa a tutta Italia ed è chiaro che intende essere ancor più forte. L’estensione ai medici della quarantena priverebbe i cittadini di un presidio basilare di assistenza».

Lombardia: agli ambulatori degli Mmg si accederà solo con contatto telefonico

L'accesso all'ambulatorio dei medici di medicina generale e pediatri di base dovrà avvenire in questi prossimi giorni solo dopo contatto telefonico, in cui il medico dovrà effettuare un triage telefonico, distinguendo i casi potenzialmente sospetti di Covid19. Va quindi evitato il libero accesso. E' questa una delle indicazioni elaborate dalla regione Lombardia e inviate ai medici delle cure primarie e alle Ats (Agenzia tutela della salute).   Ai pazienti non sospetti dovrà essere dato un accesso differenziato, preferibilmente in altri orari, come nel caso di ripetizione di ricette per i malati cronici. I pazienti, qualora possibile, devono andare in ambulatorio da soli. Nelle sale d'aspetto degli ambulatori di medici e pediatri di base dovranno essere disponibili per i pazienti mascherine chirurgiche e disinfettante per le mani, che dovranno essere forniti dall'Ats.

  Per le visite a domicilio dovranno essere forniti contenitori per il trasporto del materiale utilizzato. Ai medici le Ats dovranno dare camice monouso in Tnt (tessuto non tessuto) idrorepellente, occhiali a maschera, mascherina FFP3, guanti e copricapo (da valutare in relazione al contesto). Se si prolunga una malattia già nota e certificata, previa verifica anamnestica da parte del medico, il certificato di malattia potrà essere rilasciato, vista l'eccezionalità della situazione, dal medico in assenza del paziente. Circa i medici di continuità assistenziale (cioè ex guardie mediche e pediatriche) valgono le stesse indicazioni, con alcune ulteriori indicazioni: dal 24 febbraio l'accesso agli ambulatori sarà programmato e dovrà essere preceduto da un contatto telefonico del paziente.

Medici in quarantena

Intanto nelle zone della Lombardia focolaio del Covid-19 è a rischio la presenza sul territorio dei medici di famiglia. E' l'allarme della Federazione nazionale dei medici di medicina generale (Fimmg) che sottolinea la mancata sostituzione. Nelle ultime ore - spiega - ben 7 medici di base sono stati posti in quarantena nel Basso Lodigiano e altri 2 a Bergamo. Nei giorni scorsi era stato ricoverato il medico di Codogno che aveva visitato il 38enne risultato positivo, mentre a Vò Euganeo, in Veneto, altri tre medici di base sono in isolamento.

Presso gli ambulatori, gli assistiti dei medici assenti nel Basso Lodigiano hanno trovato dei cartelli che li indirizzano genericamente agli studi di altri medici di famiglia. Dalla Federazione dei medici di Medicina generale riferiscono che almeno per il momento non c'è stata alcuna indicazione da parte delle istituzioni sulla possibilità che i camici bianchi assenti vengano subito sostituiti da altri colleghi, anche provenienti da diverse zone. "Quello che vorremmo evitare - dicono - è che chi ha delle patologie e deve essere controllato finisca per recarsi negli ospedali, intasando i pronto soccorso e probabilmente esponendosi al rischio coronavirus".

Lo Smi chiede regole precise per medici territorio

Lettera della segreteria nazionale del Sindacato medici italiani (Smi) a tutte le istituzioni di prossimità e ai presidenti degli ordini dei medici per avere indicazioni operative per l'attività medica quotidiana sul territorio in relazione alla prevenzione della diffusione dell'infezione da NCOV-19. "Ad oggi i servizi di continuità assistenziale, così come gli ambulatori di cure primarie, non sono dotati di presidi di sicurezza per il contenimento della circolazione virale mentre i medici di assistenza primaria hanno dovuto provvedere autonomamente a rifornirsi, laddove possibile, data la grave carenza di mascherine professionali - scrive lo Smi - Le caratteristiche epidemiologiche dei casi lombardi hanno messo in evidenza che i medici del territorio sono molto esposti al possibile contagio e questo impone una rivalutazione dei protocolli fin qui utilizzati. Siamo in attesa di indicazioni operative più precise dal ministero della Salute e dalle Regioni".

In particolare - scrive il sindacato dei medici - occorre chiarire: se i medici di famiglia e di continuità assistenziale, quelli del territorio (ambulatori di cure primarie, specialistici, case della salute, 118) devono lavorare con le mascherine. Quale tipo di mascherine, chi deve fornirle e in che tempi. "Chiediamo inoltre che sia fornita univoca interpretazione su come muoversi per le centinaia di richieste di visite domiciliari per sindromi influenzali che ad oggi necessitano di constatazione diretta poichè non è prevista un'autocertificazione né una procedura di validazione e legittimazione del triage telefonico a scopo certificatori".   Lo Smi infine chiede di entrare a far parte come rappresentanza della categoria dei tavoli regionali Task Force emergenza ncov-19, per dare un contributo fattuale e contestualizzato oltre all'istituzione di un tavolo di consultazione permanente dove poter condividere le iniziative operative sul territorio.

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