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Migliorando il controllo glicemico del paziente diabetico si previene il danno renale

Cardiologia Redazione DottNet | 04/08/2008 12:43

Questa è una delle conclusioni dello studio ADVANCE recentemente pubblicato su New England Journal of medecine. Lo studio ADVANCE è lo studio che ha arruolato più pazienti affetti da diabete di Tipo II in letteratura 11.140 e sono già stati pubblicati nel mese di settembre 2007 i risultati del braccio dello studio che si è occupato del controllo ottimale della pressione arteriosa con la combinazione perindopril-indapamide.

In quello studio l’associazione perindopril – indapamide si associava ad una riduzione del 18% del rischio relativo di morte cardiaca. Lo studio pubblicato questo mese sul New England Journal of Medecine ha valutato il tasso di complicanze micro e macrovascolari dei pazienti che hanno trattato il diabete in maniera intensiva con una terapia includente il glicazide (Diamicron, Servier) a diversi dosaggi (tra 30 e 120 mg /die) oppure con trattamento antidiabetico standard secondo le vigenti linee guida con farmaci diversi da glicazide. I pazienti trattati in maniera intensiva avevano da raggiungere un target di emoglobina glicosilata (HbA1c) di 6.

5% mentre i pazienti in terapia standard avevano un target di HbA1c di 7%. Nello studio i pazienti assegnati al gruppo intensivo hanno effettivamente in media raggiunto il target di HbA1c di 6,5% mentre i pazienti in trattamento standard hanno raggiunto una media di HbA1c di 7,3 %. Questa riduzione era accompagnata da una riduzione del 10% del rischio relativo di complicanze vascolari maggiori ed una riduzione del 14% del rischio relativo di complicanze microvascolari importanti.

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Non vi sono state differenze nel numero di infarti o di stroke. E’ possibile che nell’ulteriore follow up di qualche anno si possano avere riduzioni di eventi macrovascolari perchè le curve alla fine dello studio iniziano a divergere. Si è osservata una significativa e spettacolare riduzione della nefropatia con riduzione dei nuovi casi nel gruppo dei pazienti trattati intensivamente ma anche con una riduzione degli aggravamenti. Infatti si è osservata una riduzione del 21% dei nuovi casi e del 9% del peggioramento della microalbuminuria.
In definitiva i risultati dello studio ADVANCE confermano che una riduzione intensiva della glicemia riduce significativamente la frequenza e la gravità del danno renale il quale, non bisogna dimenticare, porta a dialisi un numero elevatissimo di pazienti diabetici ogni anno.
 

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