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Rimonabant, il farmaco che fa dimagrire, non riduce la placca aterosclerotica

Cardiologia Redazione DottNet | 04/08/2008 13:11

Ecco un altro studio del “solito” prolifico Prof. Nissen con ecografia intracoronarica presentato all'ACC 2008 e pubblicato su JAMA.

In questo studio è stato valutato l'effetto antiaterogeno del Rimonabant, un farmaco modulatore del sistema endocannabinoide che ha indicazione nella riduzione del peso corporeo e della adiposità addominale. Il farmaco ha avuto un successo mediatico e commerciale notevole ma è ancora in via di sperimentazione clinica per allargare le indicazioni d'uso. Lo studio presentato si chiama STRADIVARIUS ma il suono prodotto dai suoi risultati non è proprio una melodia dolce per la SANOFI che produce il Rimonabant. Si tratta di uno studio randomizzato in dopio cieco che ha coinvolto circa 112 centri internazionali ed arruolato ben 839 pazienti affetti da cardiopatia ischemica ed obesità addominale.

Il gruppo di pazienti in trattamento attivo con 20 mg di Rimonabant erano comparati ad un gruppo di pari numero trattati con placebo. Si sperava che la riduzione del peso e del miglioramento del profilo lipidico( +22,4% HDL-C e 20,5 % di riduzione dei trigliceridi), peraltro già osservato in precedenti lavori, si accompagasse anche ad una riduzione dell'ateroma all'IVUS ma la differenza non è apparsa significativa (+0,25% vs +0,51% Rimo vs Plac p=0.

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22). Si fa presente che uno degli effetti collaterali più frequenti è il peggioramento dell'ansia o della depressione. Tali effetti psichiatrici hanno impedito al farmaco di avere approvazione dalla FDA americana la scorsa estate ma non hanno impedito il suo utilizzo in Europa. Infatti l'agenzia per la valutazione del farmaco europea ha giudicato il rischio psicotico inferiore ai benefici del trattamento attivo. Il farmaco rimane comunque controindicato nei pazienti con precedenti di ansia depressione severi. Il Dr. Nissen commentando i risultati non favorevoli al Rimonabant rispetto all'end point primario ha comunque rimarcato che gli effetti positivi della perdita di adipe addominale, della riduzione del peso corporeo e del miglioramento del profilo lipidico potrebbero comunque avere effetti favorevoli a distanza sull'apparato cardiocircolatorio. Occorrono nuovi studi clinici su di un ampio campione di individui per determinare quale è il ruolo di questo prodotto nella prevenzione primaria e secondaria della aterosclerosi coronarica dei pazienti obesi.

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