'Riaprire i centri di riproduzione assistita solo dopo il lockdown'
La Società italiana della riproduzione umana (Siru) chiede che sia prorogato di sei mesi il limite di età per le donne che intendono accedere ai trattamenti di riproduzione medicalmente assistita. "Tutti i trattamenti sono stati sospesi a partire da marzo scrive in una nota Siru - una decisione responsabile ma non facile, che ha creato un vuoto nei progetti di genitorialità di migliaia di coppie italiane". "Secondo quanto emerge dai colloqui delle task force anti-Covid messe a disposizione dagli esperti Siru, la richiesta principale dei pazienti si fonda sulla paura di perdere i diritti di accesso alle terapie riproduttive assistite", afferma la Società".
La Siru chiede quindi di prorogare per almeno 6 mesi i limiti d'età, tenendo conto proprio dalla sospensione: "Oltre alla durata del vero e proprio lockdown, bisogna considerare i tempi per la riorganizzazione di tutto il sistema, il tempo di preparazione e svolgimento dei protocolli terapeutici e infine il tempo per smaltire il naturale allungamento delle liste di attesa". Per quanto riguarda la ripresa delle attività, la Siru ritiene che il quadro di riferimento deve essere la garanzia che nessun paziente e nessun operatore dei centri di medicina e biologia della riproduzione debba essere esposto al rischio di contagio. Per questi motivi, gli operatori della Pma della Società propongono la ripresa delle attività in concomitanza e non prima della revoca delle misure di lockdown e consigliano di evitare gli spostamenti tra diverse regioni
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