Canali Minisiti ECM

Dall'amniocentesi le cellule staminali del futuro: Italia prima al mondo

Ginecologia Redazione DottNet | 21/05/2009 11:09

Le ultime novità in materia di biologia molecolare nel campo della diagnosi prenatale, con particolare riguardo alla conservazione delle cellule staminali prelevate dal liquido amniotico, sono state al centro della del Convegno S.I.Di.P. (Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno fetale) nella due giorni che si è chiusa sabato 16 maggio, a Villa Spada, Roma.

Si sono succeduti sul palco scienziati, medici e genetisti, tra i quali il presidente della S.I.Di.P., Claudio Giorlandino, il presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia Giorgio Vittori, il preside della facoltà di medicina dell’Università di Tor Vergata, professor Giuseppe Novelli, ed il direttore di Biocell Center, professor Giuseppe Simoni, già docente di genetica all’Università di Milano. «Nell’arco di cinque-dieci anni – ha spiegato il professor Simoni – la ricerca scientifica avrà messo a punto i campi di applicazione terapeutica delle cellule staminali del liquido amniotico. La loro staminalità è molto elevata, sono multipotenti e giovani e tutto questo le rende addirittura preferibili alle embrionali. Conservarle per di più non comporta alcun rischio e l’embrione non viene sacrificato. Investire in ricerca su questo campo è un obbligo verso l’umanità.

Sono talmente tante le possibilità e le risposte che si possono avere dalle staminali del liquido amniotico per la cura delle malattie, che rappresentano la frontiera delle ricerca del terzo millennio. La speranza è che presto possano essere utilizzate per il contrasto di molte terribili patologie, per la chirurgia ricostruttiva, per la cura di malattie anche del sistema nervoso». Le staminali del liquido amniotico sono infatti capaci di differenziarsi in diversi tessuti, da quello osseo, a quello adiposo, nervoso, cartilagineo, muscolare ed ematopoietico e pertanto offrono un ventaglio assai ampio di applicazioni cliniche, tali applicazioni sono state effettuate già dalla placenta per rigenerare tessuti ed organi «Il futuro - prosegue Simoni – sta proprio in questo tipo di staminali sui quali molti gruppi di ricerca, anche italiani, stanno studiando.

pubblicità

Conservarle, per chi ha già deciso di fare l’amniocentesi. è un’occasione d’oro per donare ai propri figli il bene più prezioso, la vita stessa e la crioconservazione permetterà di farsi trovare pronti quando il progresso scientifico arriverà a destinazione. Manca ancora poco». Ad oggi, al Biocell Center di Busto Arsizio tutto questo è possibile: quale mamma direbbe di no? Soprattutto se stipulare questa “assicurazione biologica” per suo figlio non comporta danni, né per se stessa, né per il nascituro. «Biocell ha il piccolo primato mondiale di aver dimostrato per prima che le caratteristiche di staminali delle cellule del liquido amniotico rimangono intatte anche quando queste vengono crio conservate». Ha spiegato il dottor Massimiliano Manganini, direttore laboratorio Biocell Center. «L’Italia è all’avanguardia nel mondo in questo campo. – aggiunge il dottor Renato Colognato, già Centro comune ricerche della Commissione Europea (Ccr), oggi responsabile ricerche Biocell Center – Molti dei principali scienziati che lavorano in questo settore, in varie università del mondo, sono italiani. Oggi il servizio è rivolto solo a quelle donne che, per altre ragioni, hanno deciso di fare l’amniocentesi, ma sono in corso studi per recuperare il liquido amniotico durante il parto». Per la raccolta e la spedizione del liquido amniotico, Kit Biocell è il distributore esclusivo, in collaborazione con Merqurio Pharma per il canale farmacie.

Commenti

I Correlati

Il Polygenic Risk Score come nuovo strumento per la diagnosi precoce di una condizione che affligge fino al 18% delle donne

La vitamina D influisce sulla qualità degli ovociti, l’aumento della melanina regolarizza il ciclo mestruale, i ritmi più rilassati migliorano l’intimità

Con 'Ascot' per il ringiovanimento ovarico il 7% di successi

Lo studio IVI approfondisce la tecnica ASCOT per il ringiovamento ovarico, con una versione in 4 fasi che costituisce il trampolino per progettare trattamenti più efficaci e personalizzati per le pazienti con riserve ovariche compromesse

Ti potrebbero interessare

Il Polygenic Risk Score come nuovo strumento per la diagnosi precoce di una condizione che affligge fino al 18% delle donne

La vitamina D influisce sulla qualità degli ovociti, l’aumento della melanina regolarizza il ciclo mestruale, i ritmi più rilassati migliorano l’intimità

Con 'Ascot' per il ringiovanimento ovarico il 7% di successi

Lo studio IVI approfondisce la tecnica ASCOT per il ringiovamento ovarico, con una versione in 4 fasi che costituisce il trampolino per progettare trattamenti più efficaci e personalizzati per le pazienti con riserve ovariche compromesse

Ultime News

Più letti