Le ultime novità in materia di biologia molecolare nel campo della diagnosi prenatale, con particolare riguardo alla conservazione delle cellule staminali prelevate dal liquido amniotico, sono state al centro della del Convegno S.I.Di.P. (Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno fetale) nella due giorni che si è chiusa sabato 16 maggio, a Villa Spada, Roma.
Si sono succeduti sul palco scienziati, medici e genetisti, tra i quali il presidente della S.I.Di.P., Claudio Giorlandino, il presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia Giorgio Vittori, il preside della facoltà di medicina dell’Università di Tor Vergata, professor Giuseppe Novelli, ed il direttore di Biocell Center, professor Giuseppe Simoni, già docente di genetica all’Università di Milano. «Nell’arco di cinque-dieci anni – ha spiegato il professor Simoni – la ricerca scientifica avrà messo a punto i campi di applicazione terapeutica delle cellule staminali del liquido amniotico. La loro staminalità è molto elevata, sono multipotenti e giovani e tutto questo le rende addirittura preferibili alle embrionali. Conservarle per di più non comporta alcun rischio e l’embrione non viene sacrificato. Investire in ricerca su questo campo è un obbligo verso l’umanità.
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