Sembra una considerazione ovvia e priva di alcuna novità di rilievo, ma è la conclusione di un importante studio clinico effettuato su circa 15.000 pazienti della Veterans Administration e pubblicato su Circulation una settimana fa.
Si tratta di uno degli studi con maggior numero di partecipanti nel suo genere. L'età media dei partecipanti era di 60 anni ed erano inclusi sia soggetti di razza bianca che di razza nera. Brevemente: è stata correlata la capacità lavorativa al treadmill test con la mortalità al follow up di circa 7 anni. Il lavoro al treadmill veniva quantificato in equivalenti metabolici METS. La capacità lavorativa espressa in METS si è rivelata il fattore prognostico più potente nel predire la mortalità al follow up. Per ogni MET in più di capacità lavorativa si osservava una riduzione del 13% di mortalità al follow up.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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