Medicina Generale
Medicina Generale
Canali Minisiti ECM

Meno medici di famiglia e più infermieri: cambia la medicina territoriale

Medicina Generale Redazione DottNet | 12/05/2021 19:37

Il Pnrr detta le regole per ridurre i costi. Intanto i medici di medicina generale protestano contro le difficoltà a vaccinare. Dal Lazio segnali di agitazione

I medici di famiglia sono pronti a dare battaglia: da Nord a Sud serpeggia il malumore. Esclusi dalle decisioni più importanti, come spiegava a Dottnet il segretario della Fimmg Silvestro Scotti, a cominciare dalle somministrazioni dei vaccini anti Covid, non ci stanno a farsi scivolare addosso decisioni prese dall'alto senza consultarli. Il Pnrr italiano  prevede che dal Recovery Fund verranno utilizzati 7 miliardi di euro tra il 2022 e il 2026. Ma il dato più allarmante arriva dal ridimensionamento della medicina generale: nel 2027 i mmg saranno 35.317 rispetto ai 42.009 attuali (ovvero il 16% in meno). Mentre aumenterà la dotazione di personale infermieristico: dalle 332.292 unità odierne si arriverà a 402.352 nel 2027 (+21%). Ad assicurare le cure territoriali ci penseranno le Case della Comunità, ovvero una struttura fisica in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e potrà ospitare anche assistenti sociali. Per diminuire glia cessi ospedalieri e il potenziamento delle cure domiciliare provvederanno 602 Centrali Operative Territoriali (COT), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l'interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza per cui è prevista una spesa di 280 mln di euro per l’interconnessione tecnologica. Vi saranno un coordinatore e 5 infermieri di comunità preposti al servizio i cui costi (150 mln) saranno coperti dalle risorse stanziate nel Dl 34/2020.

Ed il primo segnale di agitazione arriva dal Lazio dove il sindacato principale dei medici di medicina generale ha scritto alle prefetture lamentando la situazione critica per le vaccinazioni: “Nonostante i nostri ripetuti appelli, la Regione Lazio – si legge nel documento che sarà inviato dalla Fmmg locale – sceglie di aprire ogni giorno nuovi hub per la somministrazione di vaccini contingentando le dosi richieste ai medici di famiglia. Se negli hub viene utilizzato per tutti il vaccino Pfizer a prescindere dall’età e dalle patologie, questo viene invece centellinato o del tutto negato ai medici di medicina generale che hanno dovuto disdire gli appuntamenti. Ci chiediamo quanto costi in termini di denaro pubblico e di personale mantenere un siffatto sistema di vaccinazione che, nonostante i proclami, in quattro mesi, ha raggiunto solo 1.505.885 somministrazioni per la prima dose e solo 738.000 (dati Salute Lazio) con entrambe le dosi su 4.947.992 cittadini (dati Istat) da vaccinare con 2 dosi”. "Da dicembre i medici di famiglia laziali si sono resi disponibili a somministrare i vaccini anti SARS Cov2 inizialmente in 1700 ora sono diventati oltre 3000. Gli hub sono utili strumenti, ma lo sono ancor più se legati alla rete delle 500 UCP oggi presenti nel territorio regionale, mappate, geolocalizzate e disponibili alle quali aderiscono 3980 medici di medicina generale, oltre il 92% del totale. Lo sono se adeguatamente riforniti di vaccini, conclude il documento.

La situazione sta diventando incandescente anche in Piemonte dove molti medici di famiglia stanno ritirando la loro adesione alla campagna vaccinale nei loro ambulatori. Mancano i vaccini e i medici che restano in attesa settimane intere per le nuove dosi hanno deciso di ritirare la disponibilità lasciando in carico alle Asl i loro pazienti che devono ancora ricevere il serio. Maurizio Arnaud è un medico di base di Giaveno e ieri ha scritto una lettera all'Asl To3 pubblicata su Facebook e ripresa da Repubblica: "La mia decisione di vaccinare nel mio ambulatorio sta sfavorendo i miei pazienti - scrive il medico - Sia a causa della qualità dei vaccini, in quanto vengono vaccinati all'Asl con Pfizer e Moderna pazienti delle stesse classi d'età che io vaccino con AstraZeneca in ambulatorio, e questo crea malumori e rischia di incrinare il mio rapporto di fiducia con i pazienti. Sia dal punto di vista della tempistica: i vaccini ci vengono consegnati con il contagocce e i pazienti dei colleghi che non vaccinano in ambulatorio vengono vaccinati prima dei miei negli hub vaccinali ".

Ma lui non è stato il solo: anche altri hanno inviato missive alle Asl di riferimento: "Succede ovunque purtroppo - commenta  Alessandro Dabbene, segretario Fimmg Continuità assistenziale del Piemonte a Repubblica - Ci vengono dati pochi vaccini. Se ci avessero fornito le dosi che avevamo chiesto sulla base delle liste dei nostri pazienti, avremmo già terminato le inoculazioni nella fascia 60-79. La nostra organizzazione è più fluida di quelle delle Asl e ci permette in un pomeriggio di vaccinare più di 60 persone ". Anche Dabbene è uno dei medici rimasto senza siero da inoculare. " Sono venti giorni che aspetto cinquanta dosi per gli ultimi pazienti che mi mancano. L'Asl To 3 mi ha autorizzato la richiesta ma le fiale non vengono consegnate. Se continua così sarò costretto anche io a mandare i miei pazienti negli hub vaccinali". Il problema emerso in Piemonte ha le sue cause nella mancata distribuzione delle fiale Pfizer e Johnson richieste dai medici, mentre arrivano solo AstraZeneca poco gradite dai pazienti.

In Toscana la firma dell'accordo fra Regione e i  2500 medici di famiglia per la seconda tranche di vaccini sarà formalizzato entro stasera con il governatore Eugenio Giani e l’assessore alla sanità Simone Bezzini. Ed anche in Toscana le richieste  dei medici per siglare il rinnovo della convenzione sono soprattutto di natura logistica. Chiedono di essere supportati nel lavoro propedeutico di contatto con i pazienti e nei costi che devono sopportare per l’organizzazione degli spazi. Chiedono in sostanza che le somministrazioni degli over sessanta presso i loro studi medici possano essere ugualmente prenotate sul portale della Regione e che per fare i vaccini possano anche utilizzare, dove necessario, gli spazi negli hub vaccinali. La richiesta della Regione è che possano effettuare fra le 50 e le 70 mila iniezioni vaccinali a settimana, tenendo conto del fatto che nella prima fase, quella dedicata agli 80enni che sta per concludersi, i medici di famiglia sono arrivati anche a 75mila iniezioni a settimana.

Commenti

I Correlati

I progetti vincitori, selezionati da una giuria tecnica e tramite voto popolare sono stati annunciati durante il 24o Convegno Nazionale Conacuore

Per la SIN obiettivo prioritario garantire l’immunizzazione dalle malattie prevenibili per tutti i bambini senza disuguaglianze

Ma per i pazienti il cambiamento è fonte di timori e di paure

Agenas, +6% sul 2022. Il 68% Codici bianchi e verdi

Ti potrebbero interessare

“Le sfide riguardanti il sistema sanitario italiano, in particolare la medicina di famiglia, sono complesse e richiedono un'ampia trattazione non riassumibili in articoli generici o comunicati stampa"

Aumenteranno le ore, dalle attuali 3 alle future 6. Gli studi dovranno essere più facilmente fruibili, non trovarsi a un terzo piano senza ascensore ma fronte strada per essere raggiungibili da tutti

Scotti: "La nuova medicina di famiglia sarà sicuramente tecnologica ma la relazione con il paziente resterà il fulcro"

Incontro con il Presidente del Comitato di Settore Marco Alparone. Silvestro Scotti (Fimmg): grande soddisfazione come premessa all’approvazione dell’ACN 2019-2021 e per indirizzi futuri su ACN 2022-2024