Snami: la riforma delle medicina generale sarà un fallimento, non abbiamo il dono dell’ubiquità

Lo Snami dice no alla riforma della medicina generale che prevede che il medico di famiglia lavori 38 ore a settimana, di cui 20 nel suo studio e 18 nei servizi del Distretto. “La prima riflessione che farei-dice Angelo Testa, presidente nazionale Snami- è che coloro che hanno concepito questi percorsi siano contemporaneamente mal informati, mal consigliati, poco lungimiranti e oggettivamente votati al fallimento. Se tu costruisci quello che dovrebbe essere un cambiamento epocale e un miglioramento della assistenza medica territoriale sulle fake news che circolano, sulle leggende metropolitane che con interesse vengono diffuse e sui luoghi comuni imperanti, cioè sulle narrazioni che i Medici di Medicina Generale siano dei fannulloni, un ricettificio automatico e dulcis in fundo dei loro favolosi guadagni, soprattutto senza fare niente, sbagli perché parti da un presupposto totalmente sbagliato.”
“Intanto non si capisce - aggiunge Salvatore Cauchi, addetto stampa nazionale,- perché a fronte della narrazione di questo mondo fantastico dove si guadagna tanto e non si fa nulla, ci sia un fuggi fuggi generale dal nostro comparto con pensionamenti anticipati e stra-anticipati e sempre meno giovani che ambiscono alla Medicina Generale”.
“La realtà è ben altra e decisamente all’opposto di quella che strumentalmente vogliono vendere - puntualizza Gennaro Caiffa, vice segretario nazionale Snami, - perché siamo malpagati, schiacciati da incombenze inutili ed asfissianti e siamo rimasti l’unico front office medico nei confronti dei cittadini.”
“La verità” - conclude Angelo Testa - è che hanno gentilmente pensato a Noi per le Case di Comunità perché non hanno altri Medici su cui investire. Se non dimostrassero di averli non avrebbero i finanziamenti del PNRR, hanno voluto ignorare il nostro impegno quotidiano di dieci/dodici ore, considerando semplicemente i nostri orari minimi di ricevimento e volutamente ignorando che quella è solo una piccola parte delle nostre incombenze e strumentalmente facendo finta di credere che il Medico di famiglia sia dotato del divino DONO DELL’UBIQUITA’ !”