D'Avino: L’auspicio è che il Pediatra convenzionato possa proseguire la propria attività professionale, oltre il tradizionale termine per il pensionamento, soltanto ove vi sia nell’ambito territoriale in cui opera una reale sofferenza assistenziale
"Bene ha fatto il governo a prevedere la facoltà per i Pediatri di Famiglia di andare in pensione a 72 anni, e non più a 70, ma per tutelare anche il turnover generazionale è necessario verificare in concreto se il prolungamento dell’attività di un collega, che potrebbe invece andare in pensione, risponde davvero ad una carenza registrata sul territorio. L’auspicio, in altre parole, è che il Pediatra convenzionato possa proseguire la propria attività professionale, oltre il tradizionale termine per il pensionamento, soltanto ove vi sia nell’ambito territoriale in cui opera una reale sofferenza assistenziale.
"Correttamente applicata, questa norma, inserita nel decreto Milleproroghe, sancirà due principi fondamentali: da un lato la garanzia della continuità delle cure per le famiglie italiane, rispondendo così ai loro bisogni assistenziali senza interruzioni; e dall’altro l’importanza di garantire un adeguato turnover generazionale, aprendo ai giovani colleghi le porte della professione" – conclude D’Avino. Il Congresso Nazionale Sindacale FIMP rappresenta il principale momento di confronto sui temi della governance sanitaria per i Pediatri di Famiglia italiani. Quest’anno, ovviamente, al centro del dibattito anche i futuri modelli organizzativi dell’assistenza di prossimità che interesseranno la Pediatria di Famiglia alla luce degli scenari che si delineeranno con l’implementazione del PNRR. Di questi temi si è discusso grazie al contributo di referenti di Governo e del Parlamento, tra cui il Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, il Vice Presidente del Senato, Maurizio Gasparri, dell’Onorevole Ugo Cappellacci, Presidente della Commissione XII della Camera dei Deputati e dell’Onorevole Elena Leonardi, membro Commissione X del Senato.
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