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Contratto medici di famiglia: come cambia il lavoro. Lazio tra le prime Regioni a recepire le nuove norme

Medicina Generale Redazione DottNet | 16/04/2024 17:23

Aumenteranno le ore, dalle attuali 3 alle future 6. Gli studi dovranno essere più facilmente fruibili, non trovarsi a un terzo piano senza ascensore ma fronte strada per essere raggiungibili da tutti

 Con il nuovo contratto per i medici di famiglia, entrano in vigore alcune novità. La Regione Lazio è tra le prime in Italia a recepire le norme  introdotte col nuovo accordo: tra i primi passi la razionalizzare delle risorse e l'attivazione delle Case della salute, come stabilito dagli obiettivi del Pnrr. «Come da contratto - spiega Pierluigi Bartoletti, vice segretario nazionale Fimmg al Corriere della Sera - aumenteranno le ore, dalle attuali 3 alle future 6. Gli studi dovranno essere più facilmente fruibili, non trovarsi a un terzo piano senza ascensore ma fronte strada per essere raggiungibili anche da anziani o persone con difficoltà». Altra novità sarà quella del lavoro d'équipe. Grazie al nuovo modello organizzativo di condivisione degli assistiti, che supera anche il concetto di Unità di cure primarie, oggi diffuse sul territorio a macchia di leopardo.

«Verranno creati gruppi di medici di medicina generale ogni 30mila abitanti e di fatto scomparirà la vecchia guardia medica - ancora Bartoletti - in modo da aumentare e migliorare il servizio per i pazienti». Anche nel tentativo di ridurre accessi inappropriati nei pronto soccorso, troppo spesso presi d'assalto per patologie che potrebbero essere curate a domicilio, gli studi medici associati si doteranno della strumentistica adatta per una diagnosi ambulatoriale di primo livello. «Dovremmo essere in grado di fare test rapidi, come per il Covid, anche per il Dengue o lo streptococco, di fare analisi rapide per l'emocromo o per il diabete, avere l'holter pressorio - conclude Bartoletti -. In modo da essere più capillari nei servizi e utili anche per i malati cronici». Ma c'è da fare i conti con la carenza dei medici di medicina generale nella regione. Secondo l'Ordine, a Roma e provincia ne mancano 500. Mille e duecento in tutto il Lazio. E la situazione nel 2025 peggiorerà ulteriormente a causa di pensionamenti (l'età media supera i 60 anni) e abbandoni anticipati. Il prossimo anno smetterà infatti di esercitare un altro 35 per cento di professionisti.

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