Scompenso Cardiaco
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Prevenzione e gestione del paziente con scompenso cardiaco

Scompenso Cardiaco Redazione DottNet | 28/05/2024 11:42

L’insufficienza cardiaca ad oggi rappresenta un problema sanitario globale al punto da essere definito “pandemia di insufficienza cardiaca”. Uno stile di vita regolare con scelte alimentari più consapevoli rappresenta un importante alleato nella prevenzione e nella gestione del paziente.

L’insufficienza cardiaca è una condizione patologica che si verifica nel momento in cui il cuore non è in grado di pompare sufficiente sangue per soddisfare le esigenze dell’organismo.[1] Si tratta di una malattia progressiva associata a ripetute riacutizzazioni e ricoveri ospedalieri.[2] Il rapido aumento del numero di pazienti affetti da insufficienza cardiaca in tutto il mondo rende tale situazione sanitaria un problema globale al punto di parlare di “pandemia di insufficienza cardiaca”.[2] Per controllare tale fenomeno sono essenziali approcci multiformi, che vanno dalla prevenzione dell’insorgenza alla gestione della malattia a lungo termine.[2] Le strategie di trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco sono terapie  personalizzate che variano in funzione della causa sottostante la patologia e dello stato di quest’ultima.[1,2] L’insufficienza cardiaca, infatti, può essere causata da una varietà di condizioni, per cui è richiesto un trattamento specifico ad hoc che tenga conto della causa, ma anche dello stato della patologia.[1,2] I sistemi di classificazione per tale condizione patologica sono stati forniti dalla New York Heart Association e dall'American College of Cardiology/American Heart Association e sono utili per valutare lo stato dello scompenso cardiaco e ottimizzare il trattamento.[1] Negli individui con insufficienza cardiaca da moderata a grave (stadi C e D), ad esempio, gli interventi chirurgici sono prerequisiti fondamentali per salvaguardare la vita del paziente, preservare la funzione cardiaca e migliorarne la qualità della vita.[2] I beta-bloccanti, gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) e i diuretici sono da tempo terapie standard per i pazienti con scompenso cardiaco.[3] A seconda dello stato patologico e dell’eziologia della patologia sono previsti anche interventi chirurgici.[1] Il trapianto cardiaco, trattamento gold standard dell’insufficienza cardiaca, è solitamente l’ultima risorsa ed è raccomandato laddove altre strategie terapeutiche non sono riuscite a fornire un beneficio sufficiente.[1] La medicina rigenerativa e nuovi approcci farmacologici rappresentano strade promettenti per la ricerca e potrebbero potenzialmente rappresentare il futuro della gestione dell’insufficienza cardiaca.[1] Indipendentemente dal regime terapeutico che viene preso in considerazione in base alle specifiche esigenze del paziente, un punto che accomuna la gestione della malattia in tutti gli individui che soffrono di insufficienza cardiaca, ma anche negli individui sani che intendono fare prevenzione, è un cambiamento nello stile di vita e nelle abitudini alimentari.[1] E’ noto infatti che numerosi fattori contribuiscono allo sviluppo delle malattie cardiovascolari; essi si dividono in fattori non modificabili come l’eredità genetica, il sesso e l’età e fattori modificabili  che coinvolgono principalmente comportamenti legati allo stile di vita come il fumo di sigaretta, l'attività fisica e la dieta.

[3] Al tempo stesso è risaputo che scelte alimentari più consapevoli, il controllo del peso e un buon livello di attività fisica sono i perfetti alleati per la prevenzione e la gestione delle malattie cardiovascolari.[4] Per il trattamento e la gestione dell’insufficienza cardiaca un punto estremamente importante è la riduzione del peso nei pazienti sovrappeso/obesi.[1] Un improvviso aumento di peso durante il trattamento superiore a 2 chilogrammi in tre giorni dovrebbe essere discusso con il medico. D'altra parte, spesso anche la malnutrizione/cachessia cardiaca è presente nei pazienti con grave insufficienza cardiaca congestizia ed è fortemente associata alla mortalità.[1] Una dieta equilibrata ed eterogenea che mira a controllare il peso è indicata per tutti gli individui sani che intendono fare prevenzione per le malattie cardiovascolari, ma anche per tutti i pazienti che ne sono affetti.[1,4] La dieta mediterranea, ad oggi patrimonio dell’UNESCO, è fortemente associata  alla longevità e a tassi ridotti di morbilità e mortalità per malattie coronariche e altre malattie croniche legate all’alimentazione.[5] Nei pazienti con insufficienza cardiaca un aspetto della dieta sulla quale prestare particolare attenzione è rappresentato dal consumo di sale.[1] Le raccomandazioni dell’American College of Cardiology/American Heart Association includono la limitazione dell’assunzione di sale a meno di 2 grammi al giorno e l’assunzione di liquidi a meno di 2 litri al giorno.[1] Per quanto riguarda il consumo di bevande alcoliche sebbene il consumo leggero/moderato di alcol possa conferire alcuni benefici cardiovascolari (soprattutto nel caso del vino rosso che tra i suoi componenti attivi contiene il resveratrolo, una molecola bioattiva che ha dimostrato effetti cardioprotettivi), il consumo eccessivo dovrebbe essere evitato poiché è noto che causa cardiomiopatia alcolica.[1,6] Ancora, tra i principali fattori di rischio dell’insufficienza cardiaca vi è il fumo di sigaretta che può indurre ipertrofia ventricolare sinistra e disfunzione sistolica.[1] Il fumo di sigaretta, nei pazienti con scompenso cardiaco, è fortemente associato a livelli elevati di peptide natriuretico di tipo B (BNP), un biomarcatore cardiaco associato allo stiramento del miocardio, comunemente utilizzato per la diagnosi nella pratica clinica.[1] Infine, sebbene la gestione dell'insufficienza cardiaca congestizia richieda il riposo, i pazienti sono comunque incoraggiati a svolgere attività di bassa/media intensità a patto che non inducono/peggiorino i sintomi.[1] La prevenzione dell’insufficienza cardiaca è un aspetto molto importante che contribuirebbe a gestire questo grave problema sanitario globale.[1] Uno stile di vita regolare con scelte alimentari più consapevoli rappresentano il “piccolo” contributo che ciascun individuo può impegnarsi a compiere al fine di salvaguardare la propria salute.[1,4,6]

 Bibliografia:

  1. Ghani U. et al.  The Spectrum of Heart Failure Management. Cureus. 2023 Jun 18;15(6): e40587. doi: 10.7759/cureus.40587. PMID: 37469814.
  2. Saku K. et al. Interventional heart failure therapy: A new concept fighting against heart failure. J Cardiol. 2022 Aug;80(2):101-109. doi: 10.1016/j.jjcc.2021.11.018.
  3. Saku K. et al. Interventional heart failure therapy: A new concept fighting against heart failure. J Cardiol. 2022 Aug;80(2):101-109. doi: 10.1016/j.jjcc.2021.11.018.
  4. Laffond A et al. Mediterranean Diet for Primary and Secondary Prevention of Cardiovascular Disease and Mortality: An Updated Systematic Review. Nutrients. 2023 Jul 28;15(15):3356. doi: 10.3390/nu15153356.
  5. Guasch-Ferré M, Willett WC. The Mediterranean diet and health: a comprehensive overview. J Intern Med. 2021 Sep;290(3):549-566. doi: 10.1111/joim.13333. Epub 2021 Aug 23.
  6. Sagris M. et al.  Atrial Fibrillation: Pathogenesis, Predisposing Factors, and Genetics. Int J Mol Sci. 2021 Dec 21;23(1):6. doi: 10.3390/ijms23010006.

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