Il carcinoma mammario triplo negativo (TNBC) rappresenta il 15-20% di tutti i tumori al seno. Esso è caratterizzato da un elevato indice di proliferazione e una particolare tendenza a metastatizzare precocemente in diversi organi come fegato, polmoni e sistema nervoso centrale (SNC). Poiché i tumori TNBC non esprimono recettori ER, PR ed HER2, non sono sensibili alla terapia endocrina o al trattamento HER2 e mancano ancora oggi regimi di trattamento standardizzati per il TNBC.
Il carcinoma mammario triplo negativo (TNBC) è uno specifico sottotipo di carcinoma mammario che non esprime il recettore degli estrogeni (ER), il recettore del progesterone (PR) o il recettore del fattore di crescita epidermico umano 2 (HER-2); esso presenta caratteristiche cliniche che includono elevata invasività, elevato potenziale metastatico, predisposizione alla recidiva e prognosi sfavorevole.[1,2] Il carcinoma mammario triplo negativo rappresenta circa il 15-20% di tutti i tumori al seno [3]. Tale sottotipo di tumore al seno è caratterizzato da un elevato indice di proliferazione e una particolare tendenza a metastatizzare precocemente in diversi organi come fegato, polmoni e sistema nervoso centrale (SNC).[3] Poiché i tumori TNBC non esprimono ER, PR ed HER2, non sono sensibili alla terapia endocrina o al trattamento HER2 e mancano ancora regimi di trattamento specifici per il TNBC.[3] Pertanto, lo sviluppo di nuove strategie di trattamento per il TNBC è diventato un'urgente necessità clinica.[3] Nel 2011, Lehmann et al. hanno eseguito il profilo di espressione genica di campioni tumorali di 587 pazienti con TNBC e hanno suddiviso il TNBC in sei sottotipi:
L'analisi del profilo di espressione genica dei campioni di tumore TNBC, eseguita da Lehmann et al.
completa per il cancro raccomandano l'uso di regimi di combinazione basati su taxano, antraciclina, ciclofosfamide, cisplatino e fluorouracile.[2] Attualmente l’uso di taxel/docetaxel + adriamicina + ciclofosfamide (TAC), docetaxel + ciclofosfamide (TC), adriamicina + ciclofosfamide (AC) e ciclofosfamide + metotrexato + fluorouracile (CMF), rappresentano le combinazioni terapeutiche di prima scelta nel trattamento della TNBC.[2]
La selezione di farmaci chemioterapici appropriati e l'ottimizzazione dei regimi chemioterapici sono importanti per garantire un buon esito del trattamento e una buona prognosi delle pazienti con TNBC.[2]
A causa dell'elevata eterogeneità del TNBC, è particolarmente difficile scoprire nuovi target terapeutici ed eseguire una terapia mirata.[2] Attualmente, sono in corso numerosi studi clinici mirati a recettori specifici o su terapie mirate del TNBC basate sui risultati della colorazione immunoistochimica.[2]
Nuovi possibili target terapeutici
EFG
Nielsen et al. hanno eseguito l'analisi del microarray del DNA su un gran numero di campioni di TNBC e hanno scoperto che circa il 60% dei campioni di esprimeva il recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR).[2] I risultati statistici di Nielsen et al. sono stati in seguito confermati dallo studio di Livasy et al. che hanno dimostrato che circa il 70-78% dei campioni di TNBC basali erano caratterizzati da un elevata espressione di EGFR.[2] Pertanto, si ipotizza che l'EGFR possa essere un bersaglio terapeutico nel TNBC.[2] Tuttavia, uno studio randomizzato di fase II ha selezionato 120 pazienti con TNBC e ha scoperto che il trattamento con cetuximab aveva tassi di risposta (RR) inferiori al 6% e la combinazione di cetuximab e carboplatino presentava un RR solo del 17%.[2] Pertanto, sebbene i dati dello studio preclinico supportassero fortemente l'utilizzo dell'EGFR come potenziale bersaglio per la terapia mirata al TNBC, i dati sperimentali clinici hanno mostrato che il trattamento mirato all'EGFR per il TNBC non ha ottenuto i risultati attesi.[2]
Inibitori della PARP
PARP è una classe di enzimi di riparazione del DNA. La sua funzione principale è quella di mantenere la stabilità del genoma, riparare il DNA e partecipare alla progressione del ciclo cellulare e all'apoptosi. PARP-1 è uno degli enzimi più importanti di tale famiglia e svolge un ruolo fondamentale nella riparazione del DNA.[2] L'inibizione di PARP porta alla perdita della sua funzione, inducendo, dunque, apoptosi. Gli inibitori di PARP possono migliorare significativamente gli effetti terapeutici della radioterapia e della chemioterapia.[2] Gli inibitori di PARP hanno significativi effetti antitumorali sui tumori con deficit di BRCA1/2 e l'effetto di inibizione sui tumori con mutazione di BRCA1 è 100-1000 volte superiore rispetto ai tumori senza tali mutazioni.[2] Fino al 19,5% dei pazienti con TNBC è portatore di mutazioni di BRCA1/2.[2] Pertanto, ci si aspetta che gli inibitori di PARP siano utilizzati nella terapia mirata di pazienti TNBC con mutazioni BRCA1.[2] Sfortunatamente, recenti studi clinici non hanno osservato un'efficacia di trattamento ideale.[2]
Recettore degli androgeni (AR)
AR è espresso sia nei tessuti mammari sani che nei tessuti cancerosi della mammella, ma i livelli sono significativamente diversi.[2] L'espressione di AR è positiva in circa il 10-15% dei pazienti con TNBC. Il TNBC sottotipo LAR è definito come AR positivo, in virtù dell’espressione di tale recettore. Sebbene vi siano relativamente pochi studi sui ruoli di AR nel cancro della mammella, Doane et al. hanno confrontato 99 campioni di pazienti con cancro della mammella e otto diverse linee cellulari di cancro della mammella e hanno scoperto MDA-MB-453, una linea cellulare che condivide tratti con il sottotipo LAR.[2] Conducendo studi preclinici su MDA-MB-453 è stato scoperto che tale linea cellulare è caratterizzata da una crescita dipendente dagli androgeni.[2] La proliferazione di MDA-MB-453 può essere inibita dall'antagonismo del recettore AR (flutamide).[2] Hanno quindi proposto un regime terapeutico mirato per i pazienti TNBC caratterizzati dal sottotipo LAR, mediante il blocco AR.[2] Gucalp et al. hanno eseguito una terapia antiandrogena su pazienti con TNBC di sottotipo LAR e hanno scoperto che questo gruppo di pazienti potrebbe trarre beneficio dal trattamento antiandrogeno.[2] Uno studio clinico di fase II che utilizzava bicalutamide, un inibitore mirato dell'AR, per il trattamento di pazienti con cancro al seno con AR positivo ed espressione negativa di ER e PR ha mostrato un tasso di beneficio clinico (CBR) del 19%. Traina et al. hanno ottenuto un CBR del 25% utilizzando enzalutamide, un inibitore dell'AR, per trattare pazienti con TNBC AR-positivo.[2]
Nonostante il grande impegno da parte della comunità scientifica, rimane ancora una sfida l’identificazione di un bersaglio terapeutico nelle pazienti con TNBC tale da consentire un trattamento specifico anche per tale sottotipo di tumore, migliorando di conseguenza la qualità di vita e la prognosi delle pazienti.[2,3]
Bibliografia:
Esperti, "nuove ormonoterapie orali siano disponibili in Italia"
"Sono state istituite in Italia nel 2014: sono importanti perché laddove si operano e si vedono più pazienti c'è maggiore esperienza e risultati, e soprattutto sono fondamentali perché hanno una competenza multidisciplinare"
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