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L’Endoscopia a Capsula: una rivoluzione nella diagnosi gastrointestinale.

Gastroenterologia Redazione DottNet | 09/04/2025 16:52

Dall’ingestione alla diagnosi: come una “semplice” capsula sta cambiando la diagnostica digestiva.

Abstract


Negli ultimi vent’anni, l’endoscopia in capsula ha rivoluzionato la diagnostica gastrointestinale e l’intelligenza artificiale (IA) ne ha potenziato ulteriormente l’efficacia. Algoritmi avanzati basati su reti neurali convoluzionali migliorano l’analisi delle immagini, consentendo diagnosi più rapide e puntuali, con un’accuratezza superiore al 95%. Inoltre, l’IA ottimizza i tempi di revisione, riduce il carico di lavoro medico e contribuisce allo sviluppo di capsule più efficienti, con batterie di maggiore durata. Grazie a questi progressi, la capsula endoscopica si afferma sempre più come alternativa diagnostica innovativa e promettente.


Negli ultimi vent’anni, l’endoscopia in capsula ha rivoluzionato la diagnostica gastrointestinale (GI), offrendo un’alternativa non invasiva alle tradizionali tecniche endoscopiche. Questa tecnologia, introdotta negli anni ’90 e approvata nella pratica clinica nel 2001, ha permesso per la prima volta l’esplorazione dell’intestino tenue, una zona fino ad allora difficile da esaminare con metodi convenzionali. L’endoscopia in capsula consiste in una piccola pillola ingeribile, dotata di un sofisticato sistema di imaging. La capsula, una volta ingerita, percorre il tratto digerente, trasmettendo immagini dettagliate grazie ad una telecamera miniaturizzata, una sorgente luminosa e un sistema di trasmissione wireless. Le immagini vengono trasmesse ad una frequenza di 2-6 fotogrammi al secondo per un periodo che varia dalle 8 alle 12 ore, fino all’esaurimento della batteria; successivamente vengono inviate ad un dispositivo esterno indossato dal paziente e infine analizzate da un gastroenterologo.

Inizialmente conosciuta come M2A, la capsula è stata poi ribattezzata PillCam™ SB e ha rapidamente trovato applicazione clinica, soprattutto per indagare sanguinamenti gastrointestinali di origine oscura e sospetti casi di malattia di Crohn.

Con il passare degli anni, la tecnologia è progredita. Nel 2006 è stata introdotta la PillCam™ COLON, seguita nel 2009 dalla PillCam™ COLON 2, progettata per l’esplorazione del colon nei pazienti con controindicazioni alla colonscopia tradizionale. Più recentemente, nel 2023, è stata approvata la capsula OMOM CC™, dotata di intelligenza artificiale (IA) per l’analisi automatizzata delle immagini, riducendo i tempi di lettura da parte dei medici.

Uno dei principali vantaggi dell’endoscopia capsulare risiede nella possibilità di esaminare aree del tratto gastrointestinale di difficile accesso. Inoltre, questa tecnologia risponde meglio alle esigenze del paziente, offrendo un esame meno invasivo e più confortevole.

Nonostante i numerosi vantaggi, l’endoscopia a capsula presenta alcune limitazioni. Il problema principale è costituito dalla ritenzione della capsula, che può verificarsi circa nell’1,3-1,4% dei casi, soprattutto nei pazienti con stenosi intestinali o altre ostruzioni. Per ridurre questo rischio in alcuni pazienti si utilizza una capsula fittizia, chiamata Agile Patency Capsule, che aiuta a verificare la pervietà del tratto gastrointestinale prima dell’esame vero e proprio.

Altri svantaggi, legati a questa innovativa tecnica, riguardano la scarsa aderenza terapeutica per alcune categorie di pazienti; tra questi sicuramente i pazienti con grave disfagia e le donne in gravidanza, per le quali sarebbe meglio evitare questo tipo di esame, poiché non esistono dati sufficienti sulla sicurezza in tal contesto. Per i pazienti i portatori di dispositivi medici come pacemaker, invece, finora non sono stati documentati casi di interferenza, tuttavia sono necessari ulteriori studi.

Va sottolineato, inoltre, che l’endoscopia a capsula è esclusivamente diagnostica: non permette, infatti, di eseguire biopsie né di effettuare interventi terapeutici, il che costituisce un limite non indifferente.

Un altro punto debole è rappresentato dalla durata della batteria della capsula insieme al tempo necessario per l’analisi delle immagini: in alcuni casi (circa il 16,5% degli esami), l’indagine risulta incompleta perché la capsula si scarica prima di aver completato l’intero percorso lungo il tratto GI e, inoltre, possono essere necessarie anche diverse ore per l’analisi di un singolo esame.

Sebbene diversi aspetti, come il limite terapeutico o l’incompatibilità con alcuni pazienti, sembrino non aver trovato ancora una soluzione, l’intelligenza artificiale si è rivelata una vera svolta per altre problematiche, in particolare per la durata della batteria e la velocità di analisi delle immagini. Grazie ai continui progressi e alle sue sempre più ampie applicazioni, l’IA sta offrendo risposte concrete a queste sfide.

Sono stati, infatti, recentemente sviluppati algoritmi di intelligenza artificiale basati su reti neurali convoluzionali (CNN), capaci di identificare in modo rapido e accurato lesioni, ulcere e sanguinamenti. Studi recenti hanno dimostrato che questi sistemi possono raggiungere un’accuratezza diagnostica superiore al 95%, migliorando la tempestività delle diagnosi e riducendo il carico di lavoro per i professionisti sanitari. La ricerca, inoltre, si sta concentrando sempre più sul miglioramento di questa tecnologia, sviluppando capsule più piccole, con batterie di maggiore durata e dotate di funzionalità terapeutiche avanzate.

Nonostante le potenzialità dell’endoscopia capsulare, le tecniche endoscopiche tradizionali mantengono ancora un ruolo di primo piano, soprattutto perché consentono il prelievo di biopsie e interventi terapeutici. Tuttavia, la capsula endoscopica rappresenta un’importante innovazione, in grado di ridefinire l’approccio diagnostico alle patologie gastroenterologiche. La domanda che si pongono gli esperti è se questa tecnologia rimarrà un’opzione di nicchia o se, al contrario, diventerà il nuovo standard per lo screening e la diagnosi delle malattie digestive. Con i continui progressi nell’intelligenza artificiale e nell’ingegneria biomedica, la possibilità di un futuro in cui le procedure invasive siano riservate solo ai casi strettamente necessari appare sempre più concreta.


Referenze: 

Robertson KD, Singh R. Capsule Endoscopy. [Updated 2023 Aug 8]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2025 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK482306/;

Rosa B, Cotter J. Capsule endoscopy and panendoscopy: A journey to the future of gastrointestinal endoscopy. World J Gastroenterol. 2024 Mar 14;30(10):1270-1279. doi: 10.3748/wjg.v30.i10.1270. PMID: 38596501; PMCID: PMC11000081.

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