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Malattie croniche e anziani, serve un cambio di rotta: confronto al Convegno UniCamillus Medicina di Prevenzione, Cronicità e Territorio

Geriatria Redazione DottNet | 07/05/2025 12:50

Allarme anziani: più della metà non conosce sintomi delle patologie e ha una malattia non diagnosticata. Soluzioni: medicina di prossimità e sinergia tra istituzioni, università e innovazione tecnologica

Italia che invecchia, malattie croniche che aumentano, medicina di prossimità come possibile soluzione: di questo e molto altro si è parlato nell’Auditorium dell’Università UniCamillus, durante l’evento dal titolo "Medicina di Prevenzione, Cronicità, Territorio: il modello ‘Prevenzione di Comunità’". Il convegno è stato promosso da UniCamillus, Salute e Società ODV, Università Tor Vergata e Ordine dei Medici di Roma, ed è stato moderato da Maria Elena Bonaccorso, caporedattrice ANSA del settore salute.

L'incontro ha visto la partecipazione di alcuni dei principali protagonisti della sanità, del mondo accademico e dell'innovazione tecnologica italiana, per discutere le strategie più efficaci nella gestione delle malattie croniche e nella costruzione di un nuovo modello di assistenza territoriale.

Un Paese che invecchia, una sanità da ripensare

In Italia, oltre 14 milioni di persone convivono con una malattia cronica, di cui 8,4 milioni hanno più di 65 anni. Questo scenario richiede un ripensamento delle politiche sanitarie, con un focus sulla prevenzione e sul miglioramento dell’assistenza territoriale. «Più della metà delle persone tra i 65 e i 75 anni presenta almeno una malattia cronica, spesso diagnosticata tardi, con conseguenze cliniche, economiche e sociali rilevanti – ha sottolineato Alessandro Boccanelli, Presidente di Salute e Società ODV, nonché fra i principali organizzatori dell’evento – Lo studio PREVASC (PREvenzione cardioVASColare), ha evidenziato che il 94% dei soggetti over 75 presenta almeno un difetto valvolare, spesso non percepito come un problema di salute. In questo contesto, è urgente un cambio di paradigma, che sposti l’attenzione dalla cura alla prevenzione, promuovendo reti integrate di assistenza sul territorio». Lo studio PREVASC è stato condotto dalla SICGe (Società Italiana di Cardiologia Geriatrica) in dieci piccoli comuni italiani, e ha coinvolto dei soggetti anziani, sottoponendoli a visite cardiologiche cliniche e diagnostiche. 

L’importanza della prevenzione e del territorio

Uno degli aspetti più rilevanti emersi durante il congresso è stata la necessità di valorizzare l’assistenza territoriale. Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi (nella foto), ha sottolineato: «Solo valorizzando le forze ancora inespresse del territorio si può rispondere in modo efficace ai bisogni di salute della popolazione, affrontando adeguatamente le sfide poste dalla gestione della cronicità». Secondo Magi, «il modello di "prevenzione di prossimità" rappresenta la chiave per costruire una sanità più vicina ai cittadini, in grado di integrare ospedale e territorio, e di promuovere la tutela della salute pubblica».

A proposito di medicina territoriale, Massimiliano Maselli, Assessore all’Inclusione Sociale e ai Servizi alla Persona della Regione Lazio, nei saluti istituzionali ha sottolineato come la Giunta Regionale abbia da poco approvato una proposta di legge che prevede di inserire nei distretti sanitari della Regione Lazio una nuova figura: quella del Direttore Socio-Sanitario. «Si tratta di un ruolo completamente nuovo che mira a far convergere e dialogare la sanità con la società. Per noi è davvero importante far sì che i cittadini, soprattutto i più fragili, riescano ad approcciarsi correttamente alla propria salute: non a caso, per la formazione di questa nuova figura istituzionale sono previsti anche degli appositi corsi di formazione». Ancora, l’On. Maselli rivela che, entro l’estate, la Regione Lazio sarà la prima a realizzare un piano di sperimentazione che prevede la presa in carico di tutti i pazienti fragili over 65, nonché di tutti gli over 80.

Il ruolo delle farmacie nella prevenzione

Un altro tema centrale del congresso è stato il crescente ruolo delle farmacie nella prevenzione e nella gestione delle malattie croniche. «La farmacia sta evolvendo sempre più verso un modello di presidio sanitario integrato nella rete territoriale», ha affermato Alfredo Procaccini, vicepresidente Federfarma. «Fare prevenzione in farmacia significa promuovere corretti stili di vita, partecipare a screening per far emergere soggetti a rischio di patologie croniche o malati inconsapevoli, anche grazie a prestazioni di telemedicina. Significa anche monitorare le patologie in atto, contribuendo a ridurre l’accesso al pronto soccorso e migliorando la qualità della vita delle persone».

Tecnologie digitali per l’empowerment del paziente

Il dibattito ha anche esplorato come le nuove tecnologie digitali possano favorire l’auto-consapevolezza del paziente e migliorare la gestione delle malattie croniche: oggi le tecnologie digitali per la salute possono rafforzare il ruolo attivo del paziente, offrendo nuove possibilità per una gestione più efficiente e duratura delle patologie croniche, grazie a strumenti per l’autogestione e terapie digitali personalizzate. Inevitabile il riferimento all’Intelligenza Artificiale, attuale quanto mai prima d’ora soprattutto nel campo della sanità. «L’intelligenza artificiale aumenterà l’impatto dell’intelligenza umana, non sostituendola ma facendo cose che gli umani non fanno così bene – ha specificato Marco Trombetti, CEO di Translated e co-fondatore di Pi Campus – È proprio da questa integrazione delle diverse capacità che si sbloccheranno nuovi scenari per l'evoluzione umana. E in questo senso la medicina è il campo che più di tutti può beneficiare dell’AI».

L’impegno delle università e della Terza Missione

Una parte fondamentale dell’evento è stata dedicata al ruolo che le università possono giocare nel rispondere ai bisogni della società, con particolare attenzione alla Terza Missione. «La Terza Missione universitaria rappresenta un impegno concreto dell’università nel rispondere ai bisogni della società, traducendo la conoscenza in prevenzione, creando valore socio-economico e promuovendo reti di collaborazione con enti sanitari, associazioni e comunità», ha dichiaratoDonatella Padua, Delegata alla Terza Missione UniCamillus e responsabile scientifica del congresso. «La Terza Missione, quale ponte essenziale tra ricerca, formazione e impatto sociale, può intervenire con programmi di educazione alla prevenzione, migliorando la consapevolezza e riducendo i ritardi diagnostici, con un impatto positivo sulla salute e sul territorio». La Prof.ssa Padua ha citato lo studio PREVASC 2, che ha analizzato dei soggetti anziani all’interno di strutture per la terza età, e ha sottolineato il dato allarmante che vede «molte persone over 65 avere scarsa capacità di riconoscere i sintomi delle patologie».

Un convegno che è occasione di dialogo e innovazione

«In un tempo in cui le sfide sanitarie si intrecciano ai cambiamenti sociali – ha affermato il Rettore di UniCamillus, Gianni Profita – è fondamentale che la ricerca, la formazione e il dialogo con la comunità e le istituzioni procedano insieme• UniCamillus si impegna ogni giorno per promuovere una medicina più vicina alle persone, capace di prevenire, curare e innovare: l’evento vuole essere un’occasione concreta per costruire, insieme ai protagonisti della sanità e dell’innovazione, nuove risposte ai bisogni delle fasce più fragili della popolazione». All’incontro hanno partecipato anche Rosaria Alvaro, Prorettrice alle Politiche di Innovazione Sociale Università degli Studi di Roma Tor Vergata; Roberta Morandini, Direttrice Didattica del Corso di Laurea Triennale di Infermieristica Università Tor Vergata; Laila Perciballi, Garante dei Diritti delle Persone Anziane del Comune di Roma;  Dagmar Rinnenburger, Pneumologa e autrice del libro "Cronicità"; Angela Beatrice Scardovi, Cardiologa presso l’Ospedale S. Spirito di Roma; Eleonora Selvi, Presidente della Fondazione Longevitas; Maurizio Zega, Presidente OPI Roma.

Il congresso ha rappresentato una giornata di confronto proficuo e multidisciplinare tra professionisti, istituzioni e innovatori, con l’obiettivo di ripensare insieme la prevenzione e l’assistenza alle cronicità, per rispondere alle reali necessità delle persone. La sinergia tra il mondo accademico, la sanità e l’innovazione tecnologica è emersa come una delle strade più promettenti per affrontare le sfide sanitarie del futuro.

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