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Indagine Centro studi FIMMG: intelligenza artificiale supporto necessario ma non sostituisce rapporto di fiducia con il paziente

Medicina Generale Redazione DottNet | 22/05/2025 19:32

L'indagine conferma che i Medici di Famiglia stanno già utilizzando le risorse della telemedicina (il 52% la televisita, il 49% il teleconsulto)

L'intelligenza artificiale supporto necessario nella quotidianità professionale ma è impensabile la sostituzione della relazione personale e di fiducia con il paziente. È quello che emerge da un''indagine condotta dal Centro Studi della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) in collaborazione con l''Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano su un campione nazionale di 260 medici di medicina generale nell''ambito della ricerca annuale sull''utilizzo della sanità digitale, presentata a Milano. L'indagine conferma che i Medici di Famiglia stanno già utilizzando le risorse della telemedicina (il 52% la televisita, il 49% il teleconsulto); ne affermano la grande utilità per raggiungere pazienti che altrimenti avrebbero difficoltà a visitare (es. in aree rurali o con difficoltà motorie) (concorda il 40% del campione con un punteggio 6-7, in una scala da 1 a 7), dichiarando che la televisita non compromette la capacità di mantenere il rapporto fiduciario con il paziente (42% del campione con punteggio 6-7).

Il Medico di Famiglia oramai dedica una significativa parte della propria giornata lavorativa alla gestione di comunicazioni con i pazienti tramite App di messaggistica istantanea o e-mail: il 29% del campione riferisce di dedicare a questo 1-2 ore giornaliere, il 32% 2-3 ore giornaliere, il 19% 3-5 ore giornaliere.

Il 46% del campione ha già utilizzato soluzioni di Intelligenza Artificiale generativa (AIgen); il 39% si dichiara interessato a poterlo fare. L'impatto dell'AIgen nei prossimi 5 anni viene valutato positivo/ molto positivo dal 76% del campione per quanto riguarda la ricerca di informazioni scientifiche, il supporto alla produzione di referti e/o documentazione clinico-amministrativa (69% del campione), il supporto alla gestione dei contatti telefonici con il paziente (es. per rinnovare prescrizioni di farmaci in terapia continuativa, per reindirizzare il contatto, fornire informazioni, ecc.) (56% del campione). Il 68% del campione concorda con un punteggio 6-7 (in una scala da 1 a 7) sul fatto che "l'AI è uno strumento che mi potrà supportare, ma non mi potrà sostituire in nessuna delle mie attività cliniche"; è d''accordo nel timore che l'AI possa creare confusione nei pazienti che la utilizzano per temi riguardanti la salute (58%), che potrebbe introdurre nuove responsabilità medico-legali non ancora chiare (59%) e che affidarsi troppo all''AI potrebbe far perdere ai medici alcune competenze essenziali (49%). Il 47% del campione ritiene che l''utilizzo dell'AI potrà ridurre il tempo dedicato ad attività burocratiche.

Rispetto a precedenti rilevazioni sembrerebbe essere aumentato il numero dei Medici di Famiglia che dichiara di aver fatto accesso al sistema del FSE (57%); tra i motivi che vengono riferiti come cause del mancato accesso il 32% riferisce che non sa come poterlo fare, il 27% al fatto che il FSE non è integrato con le altre piattaforme normalmente utilizzate dal medico. Rispetto alla predisposizione ed invio del Patient Summary, i medici ritengono che, nella attuale organizzazione lavorativa, il carico professionale risulti gestibile ma comunque impegnativo per il 51% del campione, complesso e di difficile gestione per il 25%, difficilmente sostenibile per l''11% del campione. "Sui temi dell'innovazione digitale applicata alla professione sta emergendo un quadro di grande consapevolezza, sensibilità e di buona competenza da parte dei medici di famiglia; tutto questo favorito anche dal grande ricambio generazionale che la categoria ha subito in questi ultimi anni. - afferma Paolo Misericordia, responsabile del Centro Studi della FIMMG - Un grande interesse sta crescendo nei confronti delle risorse dell'AI, accolte come possibili soluzioni nella gestione di aspetti più ripetitivi e meno "intellettuali" dell'attività medica, mantenendo una grande attenzione alle possibili conseguenze di un loro utilizzo in assenza di supervisione e controllo da parte della professione". "L'Osservatorio ha stimato che, grazie all'Intelligenza artificiale, ogni medico di famiglia potrebbe risparmiare mediamente circa 2 giornate all''anno solo per la ricerca di informazioni scientifiche e due settimane lavorative in attività amministrative o di gestione operativa - afferma Chiara Sgarbossa, Direttrice dell'Osservatorio Sanità Digitale - Un utilizzo più diffuso di questi strumenti potrebbe quindi contribuire ad alleviare l'attuale stato di saturazione dei medici, anche se emergono ancora preoccupazioni sugli utilizzi più evoluti dell'AI a supporto delle decisioni cliniche, tra cui la mancanza di spiegazioni nei processi decisionali dell'AI e le possibili responsabilità medico-legali ancora poco chiare".

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