Canali Minisiti ECM

Un bambino su 10 è prematuro, un test prevede il rischio

Ginecologia Redazione DottNet | 25/05/2025 18:16

Alla 16ima settimana di gestazione con un esame del sangue

Messo a punto un test del sangue per predire il rischio di parto prematuro oltre quattro mesi prima della data presunta del parto: il test si basa sulla presenza di certi frammenti di RNA libero nel sangue (cfRNA) della gestante; le donne che avranno un parto prematuro presentano a 16 settimane di gestazione un profilo ben distinto e riconoscibile di questi Rna circolanti, tanto da rendere la 'biopsia liquida' un test potenzialmente utilizzabile da affiancare agli altri test prenatali che si fanno oggi di routine. Lo riporta l'Ansa suo suo sito.

È il risultato frutto di uno studio condotto presso il BGI Research di Shenzhen e Ospedale di Ostetricia e Ginecologia della Fudan University di Shanghai, in Cina, che sarà presentato alla conferenza annuale della Società Europea di Genetica Umana che si tiene a Milano.     Ogni anno, circa 13,4 milioni di neonati in tutto il mondo nascono prematuri, pari a circa uno su dieci di tutti i nati vivi. Quasi un milione di questi neonati pretermine muore ogni anno e la PTB rimane la prima causa di mortalità nei bambini sotto i cinque anni. Secondo dati della SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, o ogni anno nel nostro Paese nascono prima del termine tra i 25.000 e i 30.000 neonati, circa 1 bambino su 10, la maggior parte non gravemente prematuri (i cosiddetti "late preterm"), mentre sono circa 0.

9-1% i nati "molto" o "estremamente" pretermine. Poiché i bambini nati pretermine hanno organi immaturi e non ancora preparati per la vita fuori dall'utero, il rischio di complicazioni è molto più elevato rispetto a quelli nati a termine. Questo può portare a una serie di problemi di salute come problemi respiratori, ittero, difficoltà di alimentazione e infezioni. I problemi di salute a lungo termine di questi bambini includono paralisi cerebrale, epilessia e cecità, e impongono alle famiglie un notevole carico emotivo e finanziario. Prevedere il rischio di nascita pretermine (PTB) e quindi mettere in atto strategie preventive è complicato, anche per la mancanza di strumenti predittivi affidabili.     Gli esperti hanno analizzato campioni di sangue di 851 gestanti (299 casi di PTB e 552 controlli) a circa 16 settimane di gestazione e hanno riscontrato alterazioni significative nei cfRNA delle donne che poi sarebbero andate incontro a parto prematuro; il profilo degli Rna è differente nelle gestanti la cui gravidanza arriva a termine. Lo studio ha incluso sia le nascite pretermine con membrane intatte sia la rottura prematura delle membrane (quando le acque si rompono prima dell'inizio del travaglio), con meno del 3% delle donne che aveva già avuto un precedente parto pretermine.

pubblicità

    Essere in grado di rilevare questi segnali predittivi nell'arco di quattro mesi, quando ancora non vi è alcun riconoscimento clinico del rischio di parto prematuro, potrebbe rivoluzionare le strategie di prevenzione.    "In pratica, il nostro metodo utilizza gli stessi tempi di prelievo del sangue dei test prenatali non invasivi (NIPT) di routine, consentendo un doppio test - spiegano gli autori. I costi attuali del sequenziamento del cfRNA sono simili a quelli dei test prenatali non invasivi, ma sono destinati ad abbassarsi. Questo crea un potenziale percorso sia per il monitoraggio dei pazienti ad alto rischio sia per uno screening più ampio a livello di popolazione", affermano gli autori.

Commenti

I Correlati

Un modello di cura multidisciplinare incentrato sul nucleo familiare per garantire la miglior qualità di vita possibile in tutte le regioni italiane

Per AIBLUD e SIN, necessaria una maggiore disponibilità e reti regionali per una distribuzione omogenea delle BLUD sul territorio

Il latte materno protegge contro la Nec

Nutrizione | Redazione DottNet | 15/05/2025 12:47

Per la Società Italiana di Neonatologia fondamentale la prevenzione per ridurre l’incidenza di questa grave patologia del neonato

Nuovi studi confermano il potere terapeutico di questa pratica anche per i neonati a termine

Ti potrebbero interessare

Il Polygenic Risk Score come nuovo strumento per la diagnosi precoce di una condizione che affligge fino al 18% delle donne

La vitamina D influisce sulla qualità degli ovociti, l’aumento della melanina regolarizza il ciclo mestruale, i ritmi più rilassati migliorano l’intimità

Con 'Ascot' per il ringiovanimento ovarico il 7% di successi

Lo studio IVI approfondisce la tecnica ASCOT per il ringiovamento ovarico, con una versione in 4 fasi che costituisce il trampolino per progettare trattamenti più efficaci e personalizzati per le pazienti con riserve ovariche compromesse

Ultime News

Più letti