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Anche la pelle paga danni del cambiamento climatico e dello smog

Dermatologia Redazione DottNet | 05/06/2025 18:50

Sidemast: l'aumento delle temperature, l'inquinamento e gli eventi climatici estremi stanno compromettendo in modo significativo la salute della pelle

I cambiamenti climatici, con temperature eccessivamente calde o fredde, e lo smog rappresentano una crescente emergenza sanitaria ed una minaccia anche per la pelle.  Lo affermano gli esperti della Sidemast (Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse) che, in vista del Congresso Nazionale Sidemast Special Edition 2025 - organizzato nell'ambito del XIV International Congress of Dermatology, a Roma dal 18 giugno - evidenziano come l'aumento delle temperature, l'inquinamento e gli eventi climatici estremi stiano compromettendo in modo significativo la salute della pelle.

Il riscaldamento globale ed i danni da radiazioni ultraviolette aumentano il rischio di scottature, invecchiamento precoce e tumori cutanei. La diminuzione dello strato di ozono è un fattore aggravante: si stima che ogni calo dell'1% dello spessore dell'ozono comporti un incremento dell'1-2% dei melanomi, fino al 4,6% dei carcinomi squamocellulari e del 2,7% dei carcinomi basocellulari.

"Le radiazioni ultraviolette sono un noto fattore di rischio per i tumori della pelle e la loro intensificazione a causa del cambiamento climatico può aggravare ulteriormente questa problematica - spiega Annunziata Dattola, professore associato di Dermatologia all'Università Sapienza di Roma e segretario generale dell'Icd - Inoltre, l'impatto dell'inquinamento atmosferico non si limita all'apparato respiratorio. La pelle è costantemente esposta all'ambiente e risente in modo diretto dell'aumento di particolato e altre sostanze tossiche, che compromettono la barriera cutanea e favoriscono condizioni come acne, eczema e infiammazioni croniche. L'incidenza delle malattie cutanee infiammatorie e infettive aumenta in modo significativo dopo eventi meteorologici estremi come inondazioni e ondate di calore".

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L'aumento dell'umidità relativa e delle precipitazioni in alcune regioni, ad esempio, sta anche favorendo la proliferazione di muffe e acari della polvere, con un aggravamento di dermatiti atopiche e altre condizioni allergiche della pelle. La dermatite atopica soprattutto in età pediatrica colpisce i bambini tra il 5 ed il 20% e vari studi indicano un aumento del 14-31% nei ricoveri d'emergenza per dermatite atopica dopo inondazioni ed un incremento del 20-40% delle esacerbazioni della dermatite atopica e della psoriasi nelle aree urbane. Anche il freddo estremo non è meno pericoloso: in Cina è stato osservato un aumento del 160% delle visite per dermatite atopica quando la temperatura scende sotto lo zero rispetto alla media ottimale di 22°C. Un'altra minaccia e la difficoltà di accesso, in varie aree, ad acqua pulita e sicura Da qui il monito della Sidemast: "Serve un approccio integrato". Gli effetti del cambiamento climatico sulla pelle "sono molteplici - conclude il presidente Sidemast Giuseppe Argenziano -. Promuovere l'educazione sulla cura della pelle in un'epoca di cambiamenti climatici è essenziale per prevenire i rischi e, al contempo, è fondamentale che la ricerca prosegua nell'analisi degli effetti ambientali sulla salute della pelle".

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