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Lombardia, medici di famiglia sul piede di guerra

Medicina Generale Redazione DottNet | 19/06/2025 14:18

A Bertolaso lettera con nodi da risolvere, sennò mobilitazione

Otto punti di "criticità" che richiedono un rapido intervento e altrettante proposte per arrivare a una soluzione. In una lettera stringata i medici di medicina generale segnalano all'assessore alla Sanità della Lombardia, Guido Bertolaso, e ai vertici delle Asst, che la situazione è diventata oramai "insostenibile" in quanto il loro lavoro è sempre più "aggravato da continue richieste improprie, da normative desso disattese e da un contesto (...) conflittuale, specie con i pazienti assistiti da assicurazione private".

 In tre pagine i medici della Lamg, la Libera Associazione Medicina Generale, evidenziano, per esempio, che la validità di 6 mesi delle prescrizioni per le visite spesso comporta frequenti richieste di "ricopiatura" da parte dei pazienti. Tale pratica non "è clinicamente giustificata" e "rischia di compromettere la responsabilità professionale" dei camici bianchi.

Si segnala, poi, la necessità del ripristino di una "fornitura regolare dei ricettari rossi" ,di cui al momento la distribuzione è "estremamente limitata". E ancora si indica l'importanza di "disposizioni ufficiali e vincolanti" affinchè, a dire della Lamg, si sciolga il nodo della presunta "mancata emissione di impegnative, certificati di malattia e richieste di ricovero da parte degli specialisti e delle strutture ospedaliere". Al pari si domanda "l'applicazione obbligatoria e uniforme del certificato" di malattia "telematico" da parte di tutti i professionisti del servizio sanitario nazionale, anche per coloro che operano in strutture accreditate e privatamente.  Critiche anche al programma della "presa in carico" in quanto il modello attuale concentrerebbe le "risorse sui pazienti a bassa complessità" e per tanto si propone di ridefinirlo.

L'appello a Bertolaso è, quindi, di attivarsi con "interventi immediati" e concreti, altrimenti i medici di medicina generale della Lamg "non resteranno in silenzio. Siamo pronti - chiude la lettera - a portare avanti una mobilitazione costante fino a quando le istituzioni" con cui sono disponibili a un confronto, "non mostreranno un impegno reale e tangibile". 
  

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