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Guerra al sale contro l'ipertensione, Milano arruola le donne

Nutrizione Redazione DottNet | 17/06/2009 10:44

Meno sale, più salute. Un motto da insegnare soprattutto alle donne, particolarmente sensibili agli effetti dei cibi troppo saporiti sulla pressione sanguigna e 'angeli custodi' della dieta sana in famiglia. In occasione della quinta Giornata mondiale contro l'ipertensione arteriosa dedicata al tema 'Sale e ipertensione, due killer silenziosi', la Fondazione Policlinico di Milano arruola il gentil sesso.

In accordo con l'Associazione per il Policlinico e con la I Clinica ostetrica ginecologica dell'università degli Studi cittadina, il Centro ipertensione dell'Irccs di via Sforza ha allestito una postazione davanti all'entrata dell'ospedale Mangiagalli. Dalle 8 alle 3 gli esperti hanno presieduto la Clinica delle donne, offrendo test gratuiti della pressione, sensibilizzando 'l'altra metà del cielo' all'importanza di limitare l'apporto di sale e dispensando un decalogo on consigli ad hoc. L'ipertensione è la prima causa di malattie cardiovascolari (infarto, ictus, scompenso cardiaco) che in Italia uccidono 240 mila persone all'anno e rappresentano il 40% di tutte le cause di morte. "Nel 20% dei casi", uno su 5, "la pressione alta è direttamente collegata all'abuso di sale nella dieta", spiega Fabio Magrini, direttore dell'Unità operativa di medicina cardiovascolare della Fondazione Policlinico-università Statale di Milano.

Un concetto che, secondo lo specialista, va però ricordato "evitando estremismi. Il sale non va eliminato - ammonisce - va semplicemente ridotto". In media, infatti, ogni italiano ne consuma il doppio di quanto serve: "All'incirca 10-15 grammi al giorno, contro 5-6 grammi". E se per invitare i cittadini a recuperare il senso della misura l'ospedale Molinette di Torino lancia una Giornata senza sale, abolendo per 24 ore le saliere dai tavoli del refettorio, Milano opta per una linea più 'soft': "Educare a un consumo più sano". "Gli estremismi vanno evitati - ribadisce Magrini - perché va premesso che all'acqua e al sale la specie umana deve moltissimo".

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Lo testimonia la storia stessa dell'evoluzione, per cui "se chiedessimo a Charles Darwin se il sale ci è amico o nemico, lui risponderebbe senza alcun dubbio che ci è 'amicissimo'. Il problema è che ne assumiamo troppo", precisa."Partendo quindi dal presupposto che, senza voler essere in alcun modo maschilisti - tiene a dire lo specialista - il controllo del sale nella dieta è ancora nelle mani delle donne, almeno al di fuori delle grandi metropoli dove raramente si pranza a casa, abbiamo pensato di centrare il nostro messaggio proprio sulla popolazione femminile". E non solo perché le donne restano 'vestali' in cucina. "Anche perché nel sesso femminile i rapporti fra pressione e sale possono essere particolarmente delicati, almeno in due momenti della vita: la gravidanza, in cui un'eventuale ipertensione può minacciare seriamente la salute di mamma e bambino, e la menopausa, quando la pressione è 'ballerina' e va quindi controllata con una particolare attenzione". Non solo: "L'uso della pillola anticoncezionale durante l'età fertile, oppure delle terapie ormonali sostitutive in menopausa, impongono anch'esse cautele speciali contro il rischio pressione alta", avverte Magrini. Per tutte queste ragioni "siamo andati davanti alla Mangiagalli, per Milano la Clinica delle donne, e abbiamo sensibilizzato proprio loro. L'obiettivo principale è questo. Ma non negheremo certo la misurazione della pressione agli uomini, siano mariti oppure papà, se lo vorranno", sorride lo specialista.

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