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Una pillola contro la sclerosi multipla

Neurologia Redazione DottNet | 22/06/2009 18:29

Qualche pillola al giorno per 4-6 giorni e ripetizione della cura dopo un mese. Poi, più nulla per un anno, ma già dopo sei mesi si riducono di oltre l'80% le lesioni cerebrali.

''E' la rivoluzione nella terapia della sclerosi multipla'', secondo Giancarlo Comi, direttore della Neurologia al S.Raffaele di Milano, uno dei maggiori esperti di questa malattia infiammatoria cronica, autoimmune, che attacca il sistema nervoso centrale di oltre 400 mila pazienti d'Europa, specie giovani adulti, portandoli all' invalidità. Comi ne ha parlato a Milano al Convegno della Società Europea di Neurologia, illustrando uno studio internazionale da lui coordinato che ''per la prima volta al mondo indica una medicina per bocca in grado di opporsi alla sclerosi multipla con una efficacia doppia rispetto a tutti gli altri farmaci''. E' un farmaco a base di cladribine, sostanza che agisce in modo selettivo sui linfociti, generando una immunomodulazione mirata e duratura (la terapia ha effetti per un anno).

La sclerosi multipla è una malattia autoimmune, in cui cioè il sistema immunitario attacca tessuti dell' organismo stesso. In questo caso, sotto attacco è la guaina mielinica che ricopre le cellule nervose e permette il trasferimento del segnale dall' una all'altra, consentendo il movimento muscolare. ''E' un farmaco rivoluzionario - spiega il neurologo - non solo perchè libera il paziente da una terapia quotidiana con una somministrazione prolungata nel tempo (come quella con l' interferone), ma anche perchè ha dimostrato efficacia doppia, mostrando dopo sei mesi alla risonanza magnetica una riduzione dell'80% delle lesioni e un calo degli attacchi dell'85%''.
Questi lusinghieri risultati sono stati forniti dallo studio CLARTY, effettuato su 1326 pazienti trattati in 120 centri di una quarantina di Paesi. Studio che ha anche mostrato come il farmaco sia ben tollerato, tanto che sono già state avviate le domande per la registrazione con urgenza agli enti di controllo americano (FDA) ed europeo (EMEA). Il farmaco non è nuovo ma, somministrato per infusione, viene utilizzato per il trattamento di un particolare tipo di leucemia. Si devono a un americano morto pochi mesi fa, Bleuter, i primi studi su questa nuova indicazione, in seguito ai quali Merck-Serono ne ha acquistato i diritti e realizzato la variante orale. Comi ha annunciato che è già partito uno studio per valutare i risultati della somministrazione del farmaco in fase precoce, a pazienti che abbiano appena avuto una diagnosi di sclerosi multipla e quindi con minime lesioni. Ma il cladribine non è l'unico farmaco orale per la sclerosi multipla. Al congresso ENS è stato presentato un altro medicinale in pillole con meccanismo d'azione simile, fingolimod, che ha dimostrato anch'esso di ridurre di oltre il 50% rispetto al placebo il tasso di ricaduta annuale nella malattia, anche se con un profilo di sicurezza peggiore. ''In pochi mesi - conclude Comi - siamo entrati in possesso di armi rivoluzionarie contro la sclerosi multipla, sia con queste due molecole che col biologico 'natalizumab'. Oggi la ricerca cambia decisamente obiettivo: se prima era cercare di avere meno attacchi, oggi lo scopo può essere dichiaratamente quello di avere il paziente libero da malattia''.

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