Un giubbotto salvacuore da indossare nei 30 giorni successivi all'infarto, "quando il cuore è più vulnerabile e, nei pazienti al alto rischio, può andare di nuovo in tilt".
A illustrare il progetto 'life-vest', che punta a dotare i pazienti ad alto rischio di un defibrillatore portatile 'da indossare' come un gilet nel mese successivo all'infarto, è Alessandro Boccanelli, cardiologo del San Giovanni di Roma e past president Anmco (Associazione nazionale cardiologi ospedalieri), a margine del Forum interattivo di cardiologia in corso nella Capitale. "Si tratta di un approccio innovativo - spiega il medico- sperimentato per la prima volta al mondo a Roma nel post-infarto", precisa.
"Oggi la cardiologia offre un grande panorama di interventi mirati per i cardiopatici. Ma ci sono dei 'buchi', situazioni in cui - dice il cardiologo - i pazienti ad alto rischio dopo un infarto vengono trattati come gli altri. Ma è proprio nei primi mesi dopo l'attacco che il pericolo è maggiore.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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