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Zuccheri, il Dna degli europei li salva dagli eccessi

Nutrizione Redazione DottNet | 03/08/2009 12:16

E' il Dna che salva gli europei da un eccesso di consumo di zucchero che invece soffoca la dieta degli americani, con effetti negativi sul loro peso e la loro salute.

Una variante genetica infatti permette agli abitanti del vecchio continente di percepire meglio il gusto dolce, evitando loro di usare troppo zucchero o di scegliere cibi eccessivamente dolci. Ancora più a rischio gli africani che risultano ultimi nella lista delle etnie per capacità di percepire il gusto dolce. Lo ha dimostrato uno studio condotto da scienziati del National Institute on Deafness and Other Communication Disorders di Bethesda, nel Maryland, Stati Uniti, guidati da Alexey Fushan. I risultati della ricerca, che hanno individuato come responsabili della 'voglia di zucchero' due varianti di un gene chiamato TAS1R3, saranno pubblicati sul prossimo numero della rivista Current Biology. I ricercatori hanno condotto l'esperimento su 144 persone di varia etnia chiedendo loro di dare un punteggio alla dolcezza di nove diverse soluzioni contenenti una percentuale di zucchero tra lo 0 e il 4%.

Dall'analisi del Dna, poi, i ricercatori americani hanno visto che la sensibilità allo zucchero sarebbe associata a due varianti di un gene direttamente implicato nella formazione del recettore sensibile ai carboidrati, ovvero agli zuccheri. Successivamente, Fushan e colleghi hanno analizzato il Dna di 1050 persone prendendo in considerazione i dati provenienti dal Ceph, il database genetico francese. Così facendo i ricercatori americani avrebbero scoperto che gli europei hanno in genere entrambe le varianti del gene TAS1R3.
Al contrario, entrambe le varianti sarebbero meno diffuse nelle popolazioni di origine asiatica o mediorientale. Ultimi in classifica, infine, sarebbero gli africani in cui entrambe le varianti di TAS1R3 sono risultate essere meno prevalenti. Secondo il genetista Dennis Drayna, coautore dello studio, la spiegazione avrebbe un'origine evoluzionistica. ''Le persone che studiano la correlazione tra dieta e evoluzione - ha spiegato Drayna - hanno dimostrato che le piante che contengono più zucchero sono proprio quelle tropicali. Così, a latitudini maggiori, l'uomo si sarebbe evoluto per essere più sensibile allo zucchero per ottenere un più alto apporto calorico''. Secondo dati recenti, il consumo totale di zucchero in Italia ammonta a 160mila tonnellate, di cui tre quarti vanno all'industria dolciaria e un quarto al consumo privato. Negli Stati Uniti, secondo uno studio pubblicato sul Journal of the american dietetic association, sarebbe eccessivo il consumo giornaliero di zucchero, pari al 17% delle calorie acquisite quotidianamente. E quest'ultima ricerca dimostra che ci sarebbero anche altre componenti, oltre a quella genetica, a influenzare le scelte dolci: sia nelle donne che negli uomini, il consumo di zucchero sarebbe inversamente correlato al grado di educazione e al reddito familiare.

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