Un aiutino genetico per assomigliare a Matusalemme. Grazie a un piccolo 'mattone' di Dna sembra infatti possibile migliorare le performance durante l'esercizio fisico.
E lo sport, si sa, allunga la vita. Nei topi funziona e secondo gli scienziati americani dell'università del Missouri, autori di uno studio pubblicato sul 'Plos One', questo 'gene del fitness' - nome tecnico Mcat - potrà essere usato in futuro anche nell'uomo. Per terapie geniche alleate di longevità.
L'invecchiamento progressivo della popolazione è una delle principali sfide della società moderna, ricordano Dongsheng Duan e colleghi. Ma l'obiettivo non è solo quello di vivere più a lungo, avvertono. L'ideale sarebbe vivere di più, restando comunque attivi e in salute. Ebbene, i ricercatori hanno osservato che i topi sottoposti a terapia genica con il gene Mcat sono più resistenti allo sforzo fisico. Corrono più veloci e a lungo, coprono distanze maggiori. Insomma sono più 'fit' e più longevi.
Il gene Mcat controlla infatti la produzione di un'enzima 'spazzino', responsabile dell'eliminazione di sostanze tossiche come iradicali liberi dai mitocondri, le centrali energetiche delle cellule.
La campagna sarà inaugurata il 1° febbraio al ministero della Salute, con il lancio del video e del podcast, alla presenza del ministro Orazio Schillaci
Al dibattito è emersa l'importante presa di coscienza che il medico sportivo, come polispecialista, ricalca una figura simile a quella di un medico di base
Uno studio mostra la differente espressione di molecole legate all’infiammazione durante la corsa e a riposo.
Al primo posto tra i rischi che corre un atleta c'è la concussione cerebrale
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