Al dibattito è emersa l'importante presa di coscienza che il medico sportivo, come polispecialista, ricalca una figura simile a quella di un medico di base
Quale è la funzione del medico sportivo? Può intervenire in autonomia nelle diagnosi e negli ambiti di intervento, o si deve avvalere di specialisti al suo fianco? Se ne è parlato oggi all'Acqua Acetosa con professionisti cardiologi, nutrizionisti, fisiatri. L'occasione è stata quella del convegno 'Medico dello sport - polispecialista al servizio della salute - In memoria di Marcello Faina', svoltosi all'aula magna del centro di preparazione olimpica 'Giulio Onesti' a Roma.
Dopo i saluti istituzionali dei presidenti della Federciclismo, Renato Di Rocco e della Federazione medico sportiva italiana, Maurizio Casasco, e di Fabio Pigozzi, rettore dell'Università di Roma 'Foro Italico', sono seguite le relazioni dei professori Antonio Gianfelici e Giorgio Santilli, mentre a ricordare l'ex direttore del Dipartimento di Scienza dello Sport dell'Istituto di Medicina e Scienza dello Sport, scomparso prematuramente 5 anni fa all'età di 62 anni, sono stati l'amico Paolo Zeppilli e il maestro storico, Antonio Dal Monte: "Marcello era il mio compagno di viaggio, quando nacque l'Istituto Scienza dello sport Marcello era con me.
A seguire, una serie di faccia a faccia tra un medico sportivo e uno specialista: Ferdinando Iellamo vs Natale Mario di Luca (medico legale), Antonio Todaro vs Paolo Palange (pneumologo), Franco Giada vs Leonardo Calò (cardiologo), Attilio Parisi vs Giorgio Calabrese (nutrizionista), Arrigo Giombini vs Raul Saggini (fisiatra/traumatologo). A coordinare i confronti, lo specialista della scienza e medicina dello sport, Carlo Tranquilli e il capo della redazione sportiva dell'Ansa, Piercarlo Presutti. Dal dibattito è emersa l'importante presa di coscienza che il medico sportivo, come polispecialista, ricalca una figura simile a quella di un medico di base, seppur di alto livello, a servizio dell'atleta.
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