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Cardio-sis, nuova terapia contro l’ipertensione

Cardiologia Redazione DottNet | 04/09/2009 15:19

I risultati di quella che viene definita una importante scoperta scientifica, denominata Cardio-Sis, destinata a migliorare la cura dei pazienti affetti da ipertensione arteriosa, sono stati presentati in un congresso internazionale, che si è svolto a Barcellona, dal dottor Paolo Verdecchia, che l'ha coordinata.

Il ricercatore fa parte della struttura complessa di cardiologia dell'ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia, diretta da Claudio Cavallini. Lo studio è stato condotto in 44 centri italiani sotto l'egida dell'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco). La ricerca ha dimostrato - si legge in un comunicato dell'ospedale perugino - che una strategia terapeutica aggressiva dell'ipertensione arteriosa, mirata alla riduzione della pressione massima al di sotto dei 130 mmHg è sensibilmente migliore della strategia tradizionale mirata alla riduzione della pressione arteriosa sistolica 'solo' al di sotto dei 140 mmHg. Al termine di due anni di terapia infatti, i pazienti ipertesi trattati secondo lo schema più ''aggressivo'' hanno mostrato una importante riduzione del danno cardiaco (ipertrofia del ventricolo sinistro) nonchè delle maggiori complicanze cardiovascolari quali l'infarto miocardico, l'ictus cerebrale e la morte per cause cardiovascolari.

Il riconoscimento del valore scientifico della scoperta - si legge ancora nella nota - ha già trovato una convalida dalla pubblicazione dei risultati documentati sulla prestigiosa rivista medica internazionale The Lancet. ''Abbassare la pressione sistolica al di sotto dei 130 mmHg in questi pazienti è un obbiettivo non facile da centrare , ma se ci riusciamo possiamo ridurre in maniera importante il rischio di gravi malattie cardiovascolari'',spiega il dottor Verdecchia, responsabile della Unità di Ricerca Clinica e di Cardiologia Preventiva.

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Sdella Clinica Cardiologica diretta dal Dottor Claudio Cavallini. ''Alla luce dei risultati ottenuti dalla ricerca è verosimile che le linee guida internazionali sul trattamento dell'ipertensione arteriosa dovranno essere modificate aggiunge Verdecchia. ''Non si è trattato di una semplice ricerca su un nuovo farmaco antipertensivo, promossa e finanziata dalla ditta produttrice - ha commentato Cavallini - ma di uno studio di confronto tra due diversi comportamenti terapeutici (tradizionale o più aggressivo) per affrontare le problematiche legate ad una patologia molto diffusa e di grande interesse sociale. Questo studio,atteso da tempo dalla comunità cardiologica internazionale, è stato sponsorizzato da una associazione scientifica non profit italiana, e ha dimostrato con chiarezza la superiorità di una strategia rispetto all'altra. Oggi, con questi risultati, abbiamo maggiori informazioni su come migliorare la salute dei nostri pazienti ipertesi''. ''Lo studio Cardio-Sis - conclude il comunicato dell'ospedale perugino - ribadisce il livello di eccellenza raggiunto nel campo dell'ipertensione arteriosa dalla Struttura Complessa di Cardiologia del S.Maria della Misericordia, che figura ai vertici nazionali ed europei in indagini che tengono conto di parametri obbiettivi di efficienza, qualità e produzione scientifica''.

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