Si assume per arginare il rischio di recidiva del cancro al seno, ma sembrerebbe mettere in pericolo l'altra mammella, quella sana. Il tamoxifene, un farmaco che blocca gli estrogeni, assunto per 5 o più anni aumenterebbe del 440% il rischio di sviluppare una forma rara di tumore che colpisce il seno opposto a quello trattato. A rivelarlo è uno studio condotto su 1.000 pazienti dal Cancer Research Centre di Seattle, e finito sulle pagine del 'Cancer Research'.
Il tamoxifene viene usato da 20 anni e riduce il rischio di ricomparsa del cancro al seno del 60%. Ma, stando almeno ai risultati della ricerca capitanata da Fred Hutchinson, anche se questo farmaco può arginare il rischio di riammalarsi di tumore alla mammella aumenta significativamente il rischio di svilupparne forme più rare e più difficili da stanare, le cosiddette neoplasie Her-negative.
Per queste tipologie di tumore al seno, inoltre, non vi sono al momento farmaci ormonali efficaci. Quello emerso dalla ricerca statunitense "è un risultato preoccupante - riconosce Christopher Li, studioso che ha preso parte all'indagine - che mostra come anche una terapia ormonale efficace possa avere dei rischi. Tuttavia - aggiunge - i benefici del tamoxifene sono ben conosciuti e i medici dovrebbero continuare a prescriverli nei pazienti che ne hanno bisogno".
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