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Studio, dormire troppo aumenta rischi Alzheimer

Psichiatria Redazione DottNet | 17/09/2009 16:20

Siete amanti delle lunghe mattinate trascorse a non far altro che dormire? O fanatici del sonnellino pomeridiano per ritemprare il corpo e la mente? Ebbene, sia un sonno lungo più di otto ore che la siesta, soprattutto quando si supera una certa età, possono esporre a un aumento del rischio di Alzheimer, suggeriscono ricercatori dell'ospedale universitario di Madrid sulla rivista 'European Journal of Neurology'.

Gli esperti spagnoli hanno studiato 3.286 persone dai 65 anni in su, indagando sulle loro abitudini di vita, soprattutto relative alle ore di sonno in un'intera giornata. I volontari sono stati poi seguiti per tre anni e 140 hanno sviluppato demenza senile. Dalle analisi effettuate è emerso dunque che chi è abituato a superare le canoniche otto ore di riposo a notte corre un rischio doppio di ammalarsi di Alzheimer, così come chi non resiste a coricarsi un'oretta dopo pranzo. Secondo gli studiosi, il dormire troppo può essere sia un segno di malattie neurodegenerative sia un fattore di rischio: "Abbiamo rilevato una forte associazione fra questi due elementi - evidenzia Susanne Sorensen, a capo dell'indagine - anche se la spiegazione non è ancora chiara.

Eppure, un sonno eccessivo e l'abitudine di dormire nel pomeriggio sembrano amplificare di molto il pericolo di insorgenza dell'Alzheimer nei successivi tre anni di vita. Ma - precisa - potrebbe anche darsi che la necessità di riposo sia un segnale 'incompreso' di malattia, che poi si sviluppa successivamente. C'è comunque bisogno di ulteriori approfondimenti, proprio perché solo un terzo dei malati riceve una diagnosi precoce e precisa".

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