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Il salvacuore si chiama Omega 3

Cardiologia Redazione DottNet | 08/09/2008 08:56

Ormai è certo: gli omega 3 salvano il cuore, prevengono gravi malattie e assicurano la funzionalità cerebrale. La conferma arriva da uno studio effettuato sugli esquimesi che consumano circa 400 grammi di pesce al giorno, alimento che contiene omega 3 in grande quantità.

La 'dieta eschimese'. E' questo il segreto per avere un cuore sano e la conferma arriva da uno studio 'made in Italy': gli omega 3, ovvero i grassi contenuti essenzialmente nel pesce, sono un vero e proprio 'salvacuore', in grado di prevenire malattie cardiocircolatorie anche gravi, e arrivando a ridurre la mortalita' per tali patologie di circa il 10%. Gli eschimesi, appunto, ne sanno qualcosa: consumano, in media, oltre 400 grammi di pesce a testa ogni giorno ed il risultato e' che in questa popolazione la mortalita' per coronopatie e' bassissima. Gia' noti per i loro molteplici effetti benefici, gli omega 3 (ovvero gli acidi grassi poli-insaturi PUFA, contenuti essenzialmente nel pesce e in alcune alghe, oltre che nell'olio di lino e noci) si rivelano, dunque, anche i migliori amici del nostro cuore. La dimostrazione arriva dallo studio 'GISSI HF', durato quattro anni e condotto dal gruppo GISSI (costituito dall'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri ANMCO e dall'Istituto Mario Negri) con il sostegno di due aziende farmaceutiche italiane, Sigma-tau e SPA, e dell'americana Pfizer.

Allo studio, pubblicato sulla rivista The Lancet e presentato al Congresso europeo di cardiologia appena conclusosi a Monaco di Baviera, hanno preso parte 357 reparti di cardiologia in Italia, che hanno coinvolto oltre 7mila pazienti. Basta un grammo di omega 3 al giorno, in questo caso somministrato sotto forma di pillole al campione di pazienti per quattro anni, ed il cuore, ha dimostrato lo studio, e' al riparo da malattie gravi come scompenso e aritmia. I risultati della sperimentazione, sorprendenti per i ricercatori, non lasciano dubbi: si e' registrata una riduzione del rischio relativo di mortalita' del 9%, una riduzione dell'8% dei ricoveri e della mortalita' per scompenso cardiaco ed un calo del 28% delle ospedalizzazioni per aritmie.

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Un risultato eccezionale, affermano i ricercatori, ''soprattutto alla luce dei tanti studi negativi proprio nel campo dello scompenso cardiaco'', una patologia molto diffusa e con esiti spesso gravi: solo in Italia interessa circa 600mila persone, attestandosi come una delle principali cause di morbilita', mortalita' e aumento della spesa sanitaria. Nello studio, gli autori concludono dunque che ''la somministrazione long-term di 1g al giorno di n-3 PUFA e' risultata efficace nel ridurre sia la mortalita' per tutte le cause, che i ricoveri ospedalieri per cause cardiovascolari''. Nel pesce e nei suoi grassi omega 3, insomma, sta il segreto per un cuore longevo. Ed e' proprio a tavola che si inizia a salvaguardare la salute del cuore. Ma gli italiani, come emerge dai dati Istat, sembrano avere ancora molto da imparare da eschimesi e giapponesi: grandi consumatori di carne, ogni abitante del Belpaese consuma solo 23 chilogrammi di pesce l'anno. Eppure gli omega 3 del pesce sono un vero toccasana: giocano un ruolo cruciale anche nella prevenzione dell'arterosclerosi, degli infarti, e pure della depressione, del cancro, della colite ulcerosa, del diabete 2 e dell'artrite reumatoide. E se non bastasse, un ulteriore motivo per mangiare pesce c'e': gli omega 3 sono anche un 'salva-cervello', svolgendo un'azione importantissima nel metabolismo cerebrale.

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