L'antico detto "mens sana in corpore sano" è sempre più attuale. Lo sport infatti, oltre a migliorare la forma fisica, accresce la capacità di attenzione, aumenta l'autostima e genera altre ripercussioni favorevoli di assoluto rilievo sul rendimento degli scolari. Non sempre però, all'interno delle famiglie, si tiene conto di questi fattori, col rischio di penalizzare la pratica di attività motorie per evitare di sottrarre tempo prezioso allo studio.
Non è raro, soprattutto nel nostro Paese, che all'inizio dell'anno scolastico, in particolare se uno studente si trova a dover affrontare l'incognita di un nuovo ciclo di studi - come tipicamente può avvenire per esempio al momento di passare dalle elementari alle medie inferiori, o da queste ultime alle superiori - oppure quando sia reduce da un'annata didatticamente "difficile", venga stabilita in famiglia, e senza nemmeno troppe remore, la necessità di fargli rinunciare alla pratica regolare di uno sport, visto soprattutto come una potenziale distrazione dagli impegni di studio.
Così facendo però, se per un verso si vengono a rendere probabilmente disponibili alcune ore in più nell'arco della settimana da trascorrere sui libri - ammesso e non concesso che esse poi vadano realmente a favore dello studio, e non vengano sprecate per esempio davanti alla televisione o con i videogiochi – da un altro si tende a rinunciare a tutte le considerevoli ripercussioni positive che la pratica sportiva può comportare per uno studente.
Poche famiglie sanno, ad esempio, che recenti ricerche scientifiche hanno messo in luce positive ripercussioni sul carattere dei ragazzi, direttamente proporzionali alla loro capacità di coordinazione: in pratica, sapere di essere in grado di gestire e controllare molto bene le azioni del proprio corpo accresce una generale padronanza di sé, garantendo un considerevole aumento della sicurezza e determinazione nell'affrontare qualsiasi situazione (classico esempio: un'interrogazione a scuola).
Questa convinzione di possedere i mezzi adeguati sembra possa derivare dall'armonia tra la sfera fisica e quella psichica della persona, che agiscono in perfetta sintonia.
Una chiara dimostrazione di quanto questo risulti vero nella realtà si ottiene osservando il cosiddetto linguaggio corporeo e gli atteggiamenti di un soggetto a disagio, titubante, in difficoltà: tende a stare a capo chino, non sa dove mettere o cosa fare con le mani, farfuglia a voce bassa....
La pratica sportiva ha inoltre anche una formidabile capacità di allentare le tensioni nervose che, specialmente nel periodo dell'adolescenza, rappresentano un problema tutt'altro che trascurabile, e consente contemporaneamente di sfogare, incanalandoli, gli eccessi di aggressività, che certo non giovano a chi deve applicarsi nello studio e mantenere la cosiddetta buona condotta a scuola.
Le diverse ore settimanali dedicate a uno sport, specie se praticato in forma organizzata, non risultano poi tempo sprecato, come si potrebbe superficialmente pensare, ai fini del rendimento scolastico, perché viceversa concorrono a:
migliorare la capacità di attenzione (decisamente utile per seguire le spiegazioni in classe)
sviluppare l'abitudine alla concentrazione (come ovvio, fondamentale per qualunque studente)
incrementare lo spirito di iniziativa (caratteristica sempre apprezzabile da parte degli insegnanti)
accrescere l'autostima (decisamente importante nel corso di tutto il percorso di crescita dell'individuo)
allenare al controllo delle emozioni (utilissimo nel momento in cui si è alle prese con interrogazioni o esami)
Quando poi lo sport viene praticato a un livello tale da costringere anche all'apprendimento mnemonico di schemi (questo avviene soprattutto in giochi di squadra come pallavolo, basket, calcio, pallanuoto, ecc...) oppure di precise sequenze motorie (ad esempio nella ginnastica artistica o nella danza) per l'esecuzione di un esercizio, viene di conseguenza allenata e stimolata in modo piacevole la capacità di memorizzazione, dote ovviamente preziosa per qualunque studente.
Infine, non va dimenticato che a tutti gli studenti delle scuole medie superiori e che risultano tesserati da una Federazione sportiva perché atleti praticanti a livello agonistico, viene riconosciuto per ognuno dei tre anni precedenti l’esame di maturità 1 punto che concorre, ovviamente sommato a quelli ottenuti con il profitto, all’attribuzione del voto finale.
Carlo Napolitano
Pediatra Neonatologo e Adolescentologo
Sin: l’alcol è una sostanza tossica e teratogena in grado di passare sempre la barriera placentare, indipendentemente dall’unità alcolica assunta o dalla frequenza di consumo o dall’epoca gestazionale e raggiunge il feto
Di Mauro: "ogni bimbo è unico e speciale, genitori siano flessibili"
Staiano: "Importante che la comunità e le famiglie siano consapevoli delle sfide che il cambiamento climatico comporta"
Con l'arrivo della stagione estiva e con l'inizio delle tanto sospirate vacanze, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) fornisce una serie di raccomandazioni
Sin: l’alcol è una sostanza tossica e teratogena in grado di passare sempre la barriera placentare, indipendentemente dall’unità alcolica assunta o dalla frequenza di consumo o dall’epoca gestazionale e raggiunge il feto
Di Mauro: "ogni bimbo è unico e speciale, genitori siano flessibili"
Staiano: "Importante che la comunità e le famiglie siano consapevoli delle sfide che il cambiamento climatico comporta"
Con l'arrivo della stagione estiva e con l'inizio delle tanto sospirate vacanze, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) fornisce una serie di raccomandazioni
Commenti