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Test precoce per la leucemia pediatrica

Pediatria Redazione DottNet | 10/10/2009 16:11

Un test permetterà di misurare la risposta alla cura nella leucemia pediatrica già durante le prime settimane, quantificando il residuo di malattia anche se è già in piccolissime quantità.

E' il risultato di una ricerca tutta italiana, durata otto anni e realizzata dai centri pediatrici italiani sotto l'egida dell'Associazione italiana ematologia oncologia pediatrica (Aieop) e dedicata alla battaglia contro le leucemie linfoblastiche acute nei bambini. A disegnare, analizzare e definire i risultati dello studio sono stati i centri di Firenze, Padova e Monza. Lo studio - pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Journal of Clinical Oncology - utilizza la citofluorimetria e permette l'identificazione in brevissimo tempo della prognosi del piccolo paziente, consentendo così di definire la cura e l'assistenza in tempi ancora più precoci. Se l'86% dei bambini con leucemia linfoblastica acuta sopravvive mediamente cinque anni, grazie a questa ricerca, che utilizza lo studio della malattia residua minima (MRM) per il monitoraggio dei pazienti nel corso della terapia, per ogni singolo piccolo paziente potrà essere prevista una terapia mirata e precoce.

''In questo modo - spiega Maurizio Aricò, Direttore dell'oncoematologia dell'ospedale pediatrico fiorentino Meyer, che ha curato l' analisi e la presentazione dei risultati dello studio ideato e condotto dall'equipe diretta dal professor Giuseppe Basso del laboratorio di Padova - potremo applicare terapie a minor intensità per i pazienti a basso rischio oppure l'intensificazione terapeutica con eventuale infusione di cellule staminali emopoietiche per quelli ad alto rischio.
In pratica attraverso questa metodica sperimentata, è possibile identificare in pochissimi giorni quale sarà la prognosi del paziente e definire cura ed assistenza in base alla previsione''. Se finora lo studio della malattia residua minima veniva eseguito a partire dal termine del primo mese di terapia, la ricerca di Aieop (che ha preso in esame 815 pazienti pediatrici affetti da leucemia linfoblastica) conferma che può essere effettuata ancora prima con il vantaggio di personalizzare la terapia già nelle prime settimane. Inoltre, tale analisi, finora eseguita con metodiche molecolari definite ''PCR'', è eseguibile anche con la citofluorimetria, metodo più rapido ed economico e applicabile alla quasi totalità dei pazienti, per minori limitazioni tecniche e per una più facile gestione. I dati citometrici sono poi sottoponibili a controlli di qualità trasferibili via internet per una revisione centralizzata. ''Questo - spiega ancora Aricò - ci permetterà di trasferirla anche in Paesi con risorse limitate dove numerosi bambini si ammalano e muoiono di leucemia. Già dal prossimo anno questo protocollo sarà usato nei paesi dell'America Latina e dell' Europa dell'est oltre a quelli europei''.

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