Gli uomini italiani sono poco attenti alla loro salute, soprattutto quando il problema ha a che fare con la sfera sessuale. E così il 70% degli over 50 non ha mai fatto l'esame del Psa, test principale per la diagnosi precoce del cancro alla prostata. Un atteggiamento ben lontano da quello delle loro compagne: in caso di disturbi sessuali una donna impiega 2 settimane a chiedere una consulenza, un uomo ci mette 2 anni.
A tracciare il quadro Vincenzo Mirone, presidente della Società italiana di Urologia (Siu), commentando l'intervento di Antonio Di Pietro che sulle pagine del “Corriere della Sera” ha confessato di aver avuto un tumore alla prostata e ha invitato gli italiani a fare prevenzione. "La prevenzione è fondamentale: abbiamo bisogno di testimonial", dice Mirone.
"Gli uomini italiani - precisa l'esperto - fanno poca prevenzione". Per quanto riguarda il cancro alla prostata, che può essere individuato con il test del Psa, "i dati del 2009 ci dicono che 7 italiani su 10 tra gli ultracinquantenni non hanno mai fatto questo test, pur conoscendone l'importanza.
Per i maschi, conferma però l'urologo, come ha denunciato anche Di Pietro, "è difficile parlare di prostata perché è considerata espressione di sessualità e l'uomo ha molta difficoltà a mettersi in discussione su questo piano". Ecco perché Mirone apprezza la testimonianza del leader dell'Italia dei Valori: "I testimonial possono aiutare a diffondere la cultura della prevenzione", conclude.
Se ne parlerà sabato 14 settembre, sede idipharma di via G. Mameli 12 , Aci Bonaccorsi (Catania)
Carone: "La branca emergente dell’urologia funzionale incide fortemente sulla cura dell’incontinenza di cui soffrono circa 7 milioni di italiani"
Dagli urologi italiani un decalogo per affrontare al meglio la patologia
Verze: “L’Iperplasia Benigna della Prostata può essere considerata fra i problemi di salute che maggiormente interessano il maschio che invecchia, sia per la diffusione epidemiologica che per l’impatto sulla qualità di vita"
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