L'esposizione al virus H1N1 quando si è ancora nel pancione della mamma aumenta il rischio di problemi al cuore dopo i 60 anni. Lo rivela uno studio americano, condotto su 100 mila persone nate ai tempi dell'influenza Spagnola del 1918. Il team di Caleb Finch, gerontologo dell'Università della California meridionale (Usa), ha scoperto che le persone esposte al ceppo H1N1 di influenza A diffuso nel '18 mentre erano ancora nella pancia di mamma sono "significativamente" più esposte al pericolo di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto ai coetanei nati subito prima o un anno dopo la pandemia. Specie se si tratta di uomini.
"Insomma, durante la gravidanza anche un malessere lieve legato all'influenza potrebbe influire sullo sviluppo del feto, con conseguenze a distanza di tempo", spiega Finch. I ricercatori hanno esaminato le condizioni di salute di oltre 100 mila uomini e donne nati ai tempi della Spagnola negli Stati Uniti. La pandemia apparve nella primavera del 1918, sembro' sparire in estate, per poi ripresentarsi nell'ottobre-dicembre "con una virulenza senza precedenti", scrivono i ricercatori. Secondo le stime, la Spagnola uccise il 2% della popolazione, ma molti sperimentarono una febbre per tre giorni senza altri problemi.
"Fu un'influenza più letale che mai - sottolinea Finch, ribadendo la differenza con l'attuale sottotipo di H1N1 - Ma oggi c'è una certa preoccupazione perché la suina sembra colpire in particolare le donne in attesa di un bimbo. Dunque le aspiranti mamme dovrebbero ridurre il rischio legato all'influenza con la vaccinazione".
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