L'allarme obesità si ripercuote anche sulle casse degli italiani, se è vero che nel nostro Paese si spendono più di 23 miliardi di euro l'anno per contrastare la malattia. Per arginare il 'fenomeno' gli studiosi sostengono però che non basta agire solo sulla prevenzione.
Secondo Lorenzo Maria Donini, docente di Scienza dell'alimentazione alla Sapienza, occorre "creare un centro di coordinamento e riferimento regionale e una rete assistenziale di strutture che, adottando un approccio multidisciplinare integrato di tipo riabilitativo, siano adeguate alla diagnosi e cura dell'obesità e dei disturbi dell'alimentazione ed articolate in unità ambulatoriali, semiresidenziali e di ricovero di riabilitazione intensiva. Il modello 'hub and spoke' promosso da alcune Regioni prevede la concentrazione della produzione dell'assistenza di maggiore complessità in centri di eccellenza (hub) e l'invio dei pazienti ai centri periferici (spoke) in relazione alla prosecuzione del percorso terapeutico e riabilitativo".
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
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