Ai danni provocati da un'ischemia cerebrale potrebbe rispondere ora un test che dovrebbe consentire di valutare gli effetti dell'ictus e quantificare le possibilità di miglioramento di ogni organismo.
In uno studio, pubblicato sulla rivista internazionale “Cerebral Cortex”, un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma, guidati dal Prof. Vincenzo Di Lazzaro, ha messo a punto un test in grado di predire precocemente il recupero della funzione motoria dopo ischemia cerebrale, misurando la capacità del cervello di modificarsi in risposta a stimoli esterni. Nello studio, presentato nel corso del IX Congresso nazionale della Società italiana per lo studio dello Stroke (SISS), pazienti affetti da ischemia cerebrale sono stati sottoposti a un test neurofisiologico in grado di valutare la plasticità del cervello, una caratteristica alla base dei fenomeni di memoria, apprendimento e di recupero dopo una lesione cerebrale.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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