Canali Minisiti ECM

Influenza A: menù colorato 'scudo' contro virus invernali

Nutrizione | 16/11/2009 16:22

Un forte sistema immunitario è il primo alleato per tenere a bada il virus influenzale. Secondo uno studio americano, il segreto per rinforzare le nostre difese è nei colori 'nascosti' nel piatto. Seguire un menù colorato, infatti, aiuta a fare il pieno di vitamine, minerali e fibre, ma frutta e verdura contengono anche fitonutrienti, composti che si ritiene siano le stesse sostanze che regalano a questi cibi i loro colori. Proprio i fitonutrienti apportano una serie di benefici per la salute.

 

Ma, secondo l'America's Phytonutriant Report diffuso oggi, ben 8 americani su 10 non seguono una dieta colorata. Così non si fa il pieno di preziose sostanze riconoscibili dai 5 colori degli alimenti che le contengono: verde, rosso, bianco, blu-viola e giallo-arancio. In particolare, i cibi rossi sono utili al sistema immunitario e alleati della salute cardiovascolare: dai pomodori alle melagrane, ai frutti di bosco rossi, fino al pompelmo rosa, questi cibi contengono licopene e acido ellagico. Anche i cibi giallo-arancioni sono alleati delle difese immunitarie, e utili per la vista e la salute cardiovascolare: carote, zucca, patate dolci e ananas aiutano a tenere la pelle idratata nei mesi freddi e sono miniere di betacarotene, alfacarotene, luteina, quercetina e altri fitonutrienti che possono essere trasformati in vitamina A.

pubblicità

Il suggerimento degli autori dello studio, dunque, è quello di mangiare due cibi di ogni categoria di colore per un totale di 10 'assaggi' al giorno. Per affrontare in salute le insidie dell'inverno.

Commenti

I Correlati

La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight

I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D

Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid

La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno

Ti potrebbero interessare

La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight

I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D

Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid

La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno

Ultime News

Più letti