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Associazioni “Bimbi Cardiopatici nel Mondo” e “Cuore Fratello”: dall'Italia un centro per il cuore dei bimbi africani

Pediatria Adelaide Terracciano | 24/11/2009 10:10

Dall'Italia una speranza concreta ai bimbi africani malati di cuore. Il primo Centro per il cuore dei bambini nasce a Shisong, in Camerun. Le chiavi della struttura verranno consegnate domani alle suore Terziarie Francescane dalle associazioni 'Bambini cardiopatici nel mondo' e 'Cuore fratello'.

Alla cerimonia parteciperanno il presidente dell'Associazione Bambini cardiopatici nel mondo Alessandro Frigiola, primario di cardiochirurgia all'Irccs Policlinico di San Donato Milanese, la vicepresidente della stessa associazione Silvia Cirri, primario anestesista rianimatore al Policlinico San Donato, insieme a don Claudio Maggioni e Franco Villaggi, presidente e vicepresidente dell'Associazione Cuore fratello, e ai rappresentanti dei Missionari Cappuccini. Alla presenza di numerose autorità, tra cui il primo ministro del Camerun Philemon Yang, e l'ambasciatore italiano nel Paese Antonio Bellavia, sarà posta una pietra miliare per la salute di tanti baby-pazienti.

In Camerun 30 mila abitanti (su un totale di 14 milioni) soffrono infatti di cardiopatie congenite, e 7.500 hanno una malattia reumatica in stato avanzato. Per la costruzione del Cardiac Centre africano, "un gioiello di solidarietà" - lo definiscono i promotori in una nota - sono stati necessari solo 4 anni.

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Nell'Africa centro-occidentale, che ha una popolazione di 200 milioni di persone, il centro di Shisong sarà l'unico ospedale specializzato in patologie cardiache. E già il 20 novembre, all'indomani dell'inaugurazione, inizieranno i primi interventi al cuore con 40 pazienti programmati, tra bambini e adulti. Nel pianeta, ricorda l'Associazione Bambini cardiopatici nel mondo, ci sono oltre 5 milioni di bimbi colpiti da malattie cardiache e ogni anno ne nasce un altro milione. Di questi, 800 mila pagano un prezzo altissimo, la vita, solo perché vedono la luce in Paesi poveri. L'Associazione, oltre a intervenire sul campo operando i piccoli malati, partecipa anche alla costruzione di 'ospedali della speranza', centri specializzati in patologie cardiache congenite.
 

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