La depressione aumenta il rischio di infarto anche nelle persone che hanno un rischio cardiovascolare molto basso, tanto che non prendono farmaci. Lo dimostrano i ricercatori del Consorzio Mario Negri Sud, di Santa Maria Imbaro (Chieti), guidati da Alejandro Macchia, in uno studio presentato il 2 settembre scorso a Monaco di Baviera, in occasione del Congresso annuale della Società Europea di Cardiologia.
I ricercatori abruzzesi sono andati a controllare i database degli ospedali della loro regione per un periodo di tre anni, mettendo a paragone i pazienti, con e senza depressione e con età dai 30 anni in su. Fra questi, hanno considerato quelli con rischio cardiovascolare molto basso, che non assumevano farmaci per il cuore o il diabete. Su 105.488 pazienti con rischio cardiovascolare basso, ne hanno identificati 1129 (l'1,1%) che erano stati sottoposti a trattamento cronico con antidepressivi e hanno verificato che costoro andavano incontro più spesso a eventi cardiovascolari acuti. In particolare, hanno potuto calcolare che nei pazienti fra i 30 e i 50 anni la depressione era associata, nel tempo, a un aumento del rischio cardiovascolare del 212%; in quelli fra 50 e 60 anni ha portato a un aumento del 50% del rischio; e in quelli oltre i 60 anni il rischio è aumentato del 39%.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
Commenti