“La depressione post partum non viene riconosciuta ed è troppo spesso negata sia dalle neo mamme sia dalla famiglia che invece deve assolutamente vigilare su ogni donna dopo il parto e non banalizzare mai anche quello che può apparire come un periodo di tristezza.
Dietro può esserci qualcosa di più profondo che prima o poi esploderà - lo afferma Paola Vinciguerra, Psicologa, Psicoterapeuta, Presidente dell’Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico commentando il caso della donna di Padova, mamma per la seconda volta da appena tre mesi, che ha ucciso il primo figlio di tre anni a coltellate e che sembra avesse avuto nell’ultimo periodo comportamenti sospetti legati probabilmente ad una depressione post partum. In Italia ogni anno 100 mila donne sono colpire dalla depressione post-partum. “Oltre il 70% delle madri, nei giorni immediatamente successivi al parto, manifesta sintomi leggeri di depressione in una forma definita baby blues, con riferimento allo stato di malinconia (blues) che caratterizza il fenomeno - spiega la Vinciguerra - ben più gravi e duraturi sono i sintomi della depressione post-partum che possono perdurare anche molti mesi.
Medici e infermieri, su tutti, presentano un allarmante tasso di suicidio che corrisponde a 21 ogni 100mila abitanti, rispetto alla popolazione “normale”
"I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza e l'altro indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale"
Rigon, "serve un tavolo nazionale per interventi di prevenzione"
Cambiato il loro modo di percepire il mondo e la società. Nuovi studi dimostrano modifiche anche a livello cerebrale
Medici e infermieri, su tutti, presentano un allarmante tasso di suicidio che corrisponde a 21 ogni 100mila abitanti, rispetto alla popolazione “normale”
"I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza e l'altro indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale"
Rigon, "serve un tavolo nazionale per interventi di prevenzione"
Cambiato il loro modo di percepire il mondo e la società. Nuovi studi dimostrano modifiche anche a livello cerebrale
Commenti