Si è appena concluso l'ottavo meeting internazionale dell'AACR (American Association for Cancer Research), intitolato Frontiers in Cancer Prevention Research Conference, tenutosi a Houston, in Texas. L'evento, supportato anche dal National Cancer Institute, intende promuovere la ricerca sulla prevenzione del cancro, richiamando l'attenzione non soltanto del mondo accademico e scientifico, ma anche dei governi e dell'industria. Tra tanti studi presentati, molti riguardano la prevenzione del cancro alla prostata, condotta mediante un migliore stile di vita... ma concedendosi di tanto in tanto una sosta al pub.
L'esercizio fisico riduce il rischio di mortalità nei malati di cancro alla prostata, gli effetti benefici si hanno già con soli quindici minuti di attività giornaliera e il rapporto tra rischio di mortalità e attività fisica è inversamente proporzionale, dunque, maggiore è l'esercizio, minore il rischio di decesso: sono questi, in sintesi, i risultati emersi da una ricerca condotta dalla Harvard School of Public Health di Boston. Sono stati oltre duemila e seicento i pazienti arruolati nello studio e la cui attività fisica è stata valutata misurata prima e dopo la diagnosi di cancro prostatico. L'unità di misura utilizzata nello studio per misurare il dispendio energetico è il MET (Metabolic Equivalent Task). I ricercatori hanno scoperto che i pazienti che svolgevano un'attività pari a 3 o più MET per almeno tre ore a settimana, cioè pari ad un'attività fisica moderata di circa 15 minuti al giorno, riportavano un rischio di mortalità del 35% più basso rispetto ai controlli che non praticavano attività fisica alcuna.
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