IL PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE NELL’ORGANIZZAZIONE FISIO-PATOLOGICA
“ E’ impossibile che il medesimo attributo, nel medesimo tempo, appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e sotto il medesimo riguardo” (Aristotele,Metafisica, IV,3,1005 b19-20)
Nello sviluppo del pensiero scientifico si osserva che si usano frequentemente termini identici in ambiti disciplinari e teorici anche distanti tra loro e che poi gli stessi subiscono all’analisi storica una trasformazione.
Il concetto di evoluzione, in tal senso, ha subito anch’esso una trasformazione. Esso già ricorreva nelle opere dei preformisti ( Albrecht von Haller (1708-1777) e Charles Bonnet (1720-1793).
A questa concezione si contrapposero gli epigenetisti come William Harvey (1758-1657) che sosteneva che la generazione si realizzasse attraverso fasi successivi ed il tutto partiva da una “materia indifferenziata” in virtù di “forze vitali”.
Concetto ribadito anche nell’Ottocento da Karl Ernst von Baer (1792-1876).
Con Darwin, invece, il processo di differenziazione si origina dalla “variazione casuale” e dalla “ selezione naturale”.
Georges-Louis Leclerc,(1707-1788) nel suo trattato Histoire naturelle générale et particulière, sulla natura della variabilità umana scriveva:” Tutto concorre dunque a provare che il genere umano non è composto di specie essenzialmente differenti tra di loro; che al contrario vi è stata originariamente una sola specie di uomini la quale, essendosi moltiplicata e diffusa su tutta la superficie della terra, ha subito differenti cambiamenti per l’influenza del clima, per la differenza del nutrimento, per quella del modo di vivere, per le malattie epidemiche, ed anche per la mescolanza variata all’infinito di individui più o meno somiglianti; che dapprima queste alterazioni non erano così marcate, e producevano soltanto varietà individuali; che in seguito sono divenute varietà della specie perché sono diventate più generali, più sensibili e più costanti per l’azione continuata di queste stesse cause; che se perpetuano di generazione in generazione, come le difformità o le malattie dei padri e delle madri passano ai loro figli; e che infine, essendo state originariamente prodotte soltanto dal concorso di cause esteriori e accidentali, è molto probabile che scomparirebbero anche a poco a poco col tempo, o anche che diventerebbero differenti da ciò che sono oggi se queste stesse cause non sussistessero più, o se venissero a variare in altre circostanze o per altre combinazioni”.
Darwin ( Origin, p.149), a proposito della selezione scrive:” L’uomo seleziona soltanto in vista del proprio vantaggio; la Natura soltanto per il vantaggio dell’ essere cui rivolge le sue cure”. Ed a pag.150: “ Quanto fuggevoli sono i desideri e gli sforzi dell’uomo! Quanto breve è il tempo di cui egli dispone! E, di conseguenza quando sono miseri i risultati della sua opera, al confronto di quelli accumulati dalla natura nel corso di interi periodi geologici ? […] Si può dire, metaforicamente, che la selezione naturale sottoponga a scrutinio, giorno per giorno e ora per ora, le più lievi variazioni in tutto il mondo, scartando ciò che è cattivo, conservando e sommando tutto ciò che è buono; silenziosa e impercettibile essa lavora quando e ovunque se ne offra l’opportunità per perfezionare ogni essere vivente in relazione alle sue condizioni organiche e inorganiche di vita”.
Le leggi di Mendel prevedono una conservazione del materiale genetico di generazione in generazione.
“ La differenza specifica è sempre differenza di qualcosa limitatamente a qualcosa, sicchè quest’ultima cosa è identica per tutti e due i termini, ossia è il loro genere” ( Metaf., X,8,1058°11-13).
Le mutazioni sono modificazioni strutturali – trasformazione – del patrimonio genetico di un organismo. Esse possono trasformare il patrimonio genetico di una cellula.
“ Allora tutti i contrari sono sempre predicati di un sostrato e nessuno di essi ha un’ esistenza separata” (Metaf.,XII,I,1069b4-7).
Nel concetto dell’omeostasi, Claude Bernard evidenzia “l’unità delle condizioni di vita nell’ambiente interno”.
L’alterazione di questo status, cosiddetto fisiologico, supporta, comunque, lo status cosiddetto patologico.
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