Anche se le ragioni non sono del tutto chiare chi è nato "intelligente" ha meno probabilità di sviluppare certe malattie da adulto. È quanto suggerito da un nuovo studio a cura dei ricercatori dell'University College London (Uk) che hanno analizzato i dati di 9.377 adulti britannici che sono stati seguiti fin dalla loro nascita nel 1958.
All'età di 11 anni i partecipanti sono stati sottoposti a test per l'intelligenza e misura del Quoziente Intellettivo (Q.I.) Raggiunta l'età di 45 anni sono nuovamente stati oggetto di analisi per valutare i fattori di rischio per le malattie cardiache, tra cui l'obesità, la pressione sanguigna elevata, la glicemia e il colesterolo. I risultati hanno mostrato che le persone che avevano un più alto Q.I. erano meno a rischio, anche se pur modesto, poiché presentavano una migliore pressione arteriosa, livelli di glicemia e minore peso in età adulta.
Fonti: Power C, Jefferis BJ, Manor O. Childhood cognition and risk factors for cardiovascular disease in midadulthood: the 1958 British Birth Cohort Study. Am J Public Health. 2010 Jan;100(1):129-36.
Sin: l’alcol è una sostanza tossica e teratogena in grado di passare sempre la barriera placentare, indipendentemente dall’unità alcolica assunta o dalla frequenza di consumo o dall’epoca gestazionale e raggiunge il feto
Di Mauro: "ogni bimbo è unico e speciale, genitori siano flessibili"
Staiano: "Importante che la comunità e le famiglie siano consapevoli delle sfide che il cambiamento climatico comporta"
Con l'arrivo della stagione estiva e con l'inizio delle tanto sospirate vacanze, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) fornisce una serie di raccomandazioni
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