Anche io vorrei dire la mia sull’alzheimer, come la collega Di Nunzio: la prevenzione passa anche per l'omotaurina: si tratta di una nuova molecola naturale identificata in alcune specie di alghe marine.
Ora, un nuovo studio ne ha rilevato l'efficacia clinica nella prevenzione di malattie neurodegenerative. La ricerca ci è stata presentata da Giovanni Scapagnini, associato di Biochimica Clinica alla Facoltà di Medicina dell'Università degli studi del Molise, durante il recente congresso internazionale Gerontonet tenutosi a Roma, congresso che ho seguito con molto interesse. Lo studio ha rilevato che l'omotaurina risulta essere un composto in grado di proteggere il cervello e l'ippocampo contro la neurotossicità, e quindi un ideale strumento terapeutico di prevenzione dell'invecchiamento cerebrale e dell'insorgenza della malattia dell'Alzheimer, oltre che come coaudivante in pazienti affetti da Alzheimer in modo lieve o moderato già in trattamento con inibitori dell'acetilcolinesterasi o altri farmaci. Nello specifico lo studio, denominato Alphase, ha riguardato 2.000 pazienti tra USA ed Europa ai quali è stata somministrata per 18 mesi omotaurina due volte al giorno in dosaggio variabile tra i 100mg e i 150mg.
Dott. Antonia DE Marco
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
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