Canali Minisiti ECM

Alghe marine contro l’Alzheimer: entro il 2050 il triplo dei casi

Neurologia | 11/01/2010 21:55

Anche io vorrei dire la mia sull’alzheimer, come la collega Di Nunzio: la prevenzione passa anche per l'omotaurina: si tratta di una nuova molecola naturale identificata in alcune specie di alghe marine.

 Ora, un nuovo studio ne ha rilevato l'efficacia clinica nella prevenzione di malattie neurodegenerative. La ricerca ci è stata presentata da Giovanni Scapagnini, associato di Biochimica Clinica alla Facoltà di Medicina dell'Università degli studi del Molise, durante il recente congresso internazionale Gerontonet tenutosi a Roma, congresso che ho seguito con molto interesse. Lo studio ha rilevato che l'omotaurina risulta essere un composto in grado di proteggere il cervello e l'ippocampo contro la neurotossicità, e quindi un ideale strumento terapeutico di prevenzione dell'invecchiamento cerebrale e dell'insorgenza della malattia dell'Alzheimer, oltre che come coaudivante in pazienti affetti da Alzheimer in modo lieve o moderato già in trattamento con inibitori dell'acetilcolinesterasi o altri farmaci. Nello specifico lo studio, denominato Alphase, ha riguardato 2.000 pazienti tra USA ed Europa ai quali è stata somministrata per 18 mesi omotaurina due volte al giorno in dosaggio variabile tra i 100mg e i 150mg.

L'omotaurina, spiega Scapagnini, si è dimostrata in grado di ridurre in maniera significativa la perdita del volume dell'ippocampo e in tutti i pazienti è stato osservato un migliore andamento dello stato cognitivo ed in particolare la capacità del composto di proteggere i pazienti dalla progressiva perdita della memoria. ''Lo studio Alphase - sottolinea l'esperto - acquista ancora maggiore rilevanza se si guardano i dati pubblicati dall'Alzheimer Association, che dimostrano come l'Alzheimer sia una vera e propria epidemia silente''. Si stima infatti che da oggi al 2050 nel mondo occidentale ci sarà una triplicazione dei casi. Si tratta, conclude Scapagnini, di ''numeri enormi, insostenibili per qualsiasi sistema sanitario''.

Dott. Antonia DE Marco

Commenti

I Correlati

Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata

Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori

Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione

All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti

Ti potrebbero interessare

Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata

Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori

Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione

All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti

Ultime News

Più letti