Uno studio effettuato sul presunto effetto del ginkgo biloba nel prevenire i disturbi cardiovascolari, è stato pubblicato sulla rivista scientifica "Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes". I risultati della ricerca hanno messo in dubbio le potenzialità del ginkgo nel prevenire infarto ed ictus, suggerendo però un effetto protettivo da parte dello stesso nei confronti della malattia arteriosa periferica, una patologia caratterizzata da un accumulo di placche che ostruiscono le arterie delle gambe riducendo il flusso sanguigno.
Data la limitatezza dei dati disponibili, sono però necessari ulteriori studi al fine di confermare tale risultato.
Il ginkgo biloba oggi è noto per essere suggerito in caso di deficit di memoria, ma anche perché contiene antiossidanti (flavonoidi) che possono promuovere la salute e le funzioni dei vasi sanguigni e perché, similmente all'aspirina, previene la formazione di coaguli nelle cellule del sangue chiamate piastrine. È stato oggetto di diversi studi scientifici per valutare un suo presunto effetto nel prevenire i disturbi cardiovascolari. Una nuova ricerca, tuttavia, mette in dubbio le sue potenzialità nel prevenire infarto e ictus.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
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Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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