Il cuore spezzato da pettegolezzi crudeli, gli insulti e le violenze fra i banchi di scuola, la solitudine 'forzata' che diventa insopportabile. Si può essere giovanissimi e desiderare di farla finita. Succede alle vittime del bullismo. Ragazzi presi di mira, umiliati da coetanei aggressivi.
I loro 'carnefici', giorno dopo giorno, gli fanno terra bruciata intorno, usando anche il web come amplificatore, ed "è così che finiscono per vedere la morte come unica via d'uscita". L'allarme degli esperti arriva da Milano, dove oggi l'associazione Cuore e parole onlus ha organizzato il secondo Workshop 'Scelgo io! Bullismo? No grazie', incontro-laboratorio per ragazzi tra i 13 e i 16 anni e i loro insegnanti.
Nella metropoli solo l'ospedale Fatebenefratelli, che ospita un centro di riferimento per il disagio adolescenziale, dal 2007 a fine 2009 ha seguito 55 casi di vittime del bullismo che hanno tentato il suicidio, l'ultimo proprio una decina di giorni fa. "Ma in realtà sono molti di più i teenager schiacciati dalle prepotenze dei bulli che provano a togliersi la vita", spiega Luca Bernardo, direttore del Dipartimento materno-infantile del Fatebenefratelli e responsabile del primo ambulatorio per le vittime del bullismo. "Il fenomeno - aggiunge- è molto più ampio e resta sommerso. La comunità scientifica stima che i casi siano 25 volte quelli segnalati". E a confermare che i numeri ufficiali sono riduttivi, prosegue, "sono le stesse forze dell'ordine. Se l'Istat segnala 19 suicidi nel 2008 in Lombardia, i militari avvertono che i tentativi non riusciti sono il triplo.
Sin: l’alcol è una sostanza tossica e teratogena in grado di passare sempre la barriera placentare, indipendentemente dall’unità alcolica assunta o dalla frequenza di consumo o dall’epoca gestazionale e raggiunge il feto
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