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7 mila bimbi abruzzesi sotto la lente: studio impatto su psiche e salute

Pediatria Tania Vuoso | 27/01/2010 11:01

Analizzare quali sono le cicatrici profonde che si portano dentro i bambini colpiti da catastrofi naturali, come un violento terremoto, e intervenire il prima possibile per aiutarli a superare paure e ansie. Con questo obiettivo parte in Abruzzo il primo studio sul campo - mai realizzato prima nel mondo, assicurano gli esperti - degli effetti sulla psiche dei bambini 'vittime' di terremoti.

La ricerca coinvolgerà 7 mila piccoli, avrà il coordinamento scientifico dell'ospedale Bambino Gesù di Roma e sarà portata avanti dall'Ordine dei Ministri degli Infermi-Camilliani attraverso la propria Camillian Task Force. A sostenere in buona parte il progetto, costato circa 300 mila euro, è la Caritas. L'iniziativa, che prende il nome di 'Progetto Rainbow', è stata presentata oggi nello storico ospedale pediatrico della Capitale. "Nella letteratura - spiega Stefano Vicari, responsabile dell'Unità di neuropsichiatria infantile del Bambino Gesù, intervenuto alla presentazione - abbiamo dati sull'incidenza dei disturbi negli adulti dopo i terremoti, ma mancano risultati sull'età pediatrica.

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Questo progetto ci aiuterà a capire meglio quali sono i disturbi che colpiscono i più piccoli dopo queste catastrofi naturali e ci permetterà di affrontare tempestivamente il problema". In Abruzzo, colpito il 6 aprile scorso da un terremoto che ha causato 308 vittime, 1.600 feriti e 30 mila sfollati, saranno formati opportunamente circa 80 pediatri di famiglia, ognuno dei quali effettuerà uno screening su circa 90 bambini per un totale di oltre 7 mila piccoli pazienti studiati. "Sarà sottoposto loro un questionario - precisa Vicari - e i bambini che presenteranno segni di disturbo verranno inoltrati ad una visita neuropsichiatra infantile. Il primo report sarà disponibile già dopo l'estate".
 

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