In caso di cardiopatie è bene prendere in esame anche una terapia farmacologica
Il ricorso a interventi invasivi e 'aggressivi' come l'angioplastica nei pazienti cardiopatici non sempre paga: in diverse patologie è possibile ottenere buoni risultati anche solo correggendo lo stile di vita e assumendo farmaci contro fattori di rischio come il colesterolo. Lo sottolineano gli esperti riuniti al 42/o Convegno di cardiologia promosso dalla Fondazione De Gasperis e dall'omonimo dipartimento dell'ospedale Niguarda di Milano. ''Nel caso della cardiopatia ischemica cronica e nelle aritmie come la fibrillazione atriale - spiega Francesco Mauri, cardiologo di Niguarda e direttore del convegno - dobbiamo avere il coraggio di rivalutare scelte meno aggressive rispetto per esempio all'angioplastica, tornando a considerare la terapia medica con farmaci''.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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