Il cervello dei piccoli deve essere maturo, pronto a ricevere gli stimoli per elaborarli. "Per questo non bisogna disperare se, nei primi mesi di vita, lo sviluppo cognitivo del bambino nato pretermine risulta più lento. Diamo tempo al suo cervello di maturare". Lo sostiene Jacques Mehler, direttore del Laboratorio del linguaggio, cognizione e sviluppo della Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste, che insieme a Marcela Pena e Enrica Pittaluga, su 'Pnas' di questa settimana spiega l'interazione tra fattori biologici e ambientali durante le prime fasi dello sviluppo cognitivo del neonato.
Lo studio, in particolare, dimostra che la maturità neuronale del cervello è uno dei fattori chiave nei primi stadi dello sviluppo del linguaggio. "Se nei primi mesi di vita extrauterina, tra prematuri e bambini nati a termine si riscontrano differenze nello svolgimento di operazioni cognitive o nello sviluppo linguistico, quando i bambini hanno due anni queste differenze non si riscontrano più", racconta il docente di neuroscienze cognitive della Scuola di Trieste.
Due sono i fattori determinanti per lo sviluppo dell'acquisizione delle abilità linguistiche: l'ambiente, cioè l'esposizione agli stimoli linguistici, e la biologia, ovvero lo sviluppo neurologico del cervello.
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